Un’indagine della Guardia di Finanza e della Procura di Trento ha visto coinvolti i vertici dell’azienda vinicola trentina “Mezzacorona” che, a Sambuca di Sicilia, hanno la cantina “Feudo Arancio” e ad Acate, nel Ragusano, una seconda cantina di produzione di vini. Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, fra il 2001 e il 2003, il gruppo avrebbe acquistato i vigneti che erano appartenuti ai cugini Nino e Ignazio Salvo (uno fu condannato al maxi processo e poi ucciso, l’altro morì per una malattia prima della fine del processo).

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 70 milioni di euro: tra questi 900 ettari di vigneti – tra le province di Agrigento e Ragusa – e quattro persone risultano indagate per riciclaggio e per concorso esterno in associazione mafiosa; tra questi due gestivano le società proprietarie dei beni dei Salvo.

Le Fiamme Gialle hanno potuto appurare che le cessioni delle due tenute siciliane al Gruppo trentino «si sono perfezionate grazie all’operato congiunto di un commercialista e di un imprenditore, entrambi siciliani, quest’ultimo fornitore nonché socio di minoranza del Gruppo trentino».

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