Un incendio divampato nell’area del Malophotos ha interessato questa mattina l’area Archeologica di Selinunte.
L’incendio, prontamente individuato dal personale che opera all’interno del Parco che ha dato l’allerta, è stato immediatamente circoscritto grazie all’azione congiunta della Direzione che ha operato in stretto collegamento con i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e la Forestale, intervenuta con Canadair e squadre antincendio.
La pulizia delle aree archeologiche e la ripulitura dalle erbacce in prossimità del periodo estivo è stata, a partire dal proprio insediamento, una delle iniziative su cui l’assessore del Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, è stato più pressante, nella consapevolezza che i mesi estivi avrebbero potuto mettere sotto stress il territorio della Sicilia in cui insistono molte aree di pregio storico e culturale.
Interventi che si sono dimostrati necessari a contenere le fiamme, che hanno interessato solo una parte della macchia mediterranea, risparmiando l’intera zona alberata che fa da splendida cornice all’impianto archeologico.
“L’intervento tempestivo del personale del Parco e la collaborazione generosa e pronta di Vigili del Fuoco, Carabinieri e Forestale – dice Bernardo Agrò, direttore del Parco di Selinunte – hanno scongiurato il peggio. L’incendio ci ha costretti a liberare dai visitatori l’area dell’Acropoli e ad interdire, per motivi di sicurezza, lo spazio, ad eccezione della collina orientale fino al Baglio Florio. Per fortuna, la tempestività dell’azione e la collaborazione con le forze dell’ordine e i servizi antincendio hanno scongiurato il peggio e ci hanno permesso di tornare ad aprire il Parco ai visitatori già sin dal primo pomeriggio”.

Foto di Leonardo Corseri

Foto di Leonardo Corseri
Se non là dove poteva scappare il fuoco? Tutti gli anni si registrano incendi in quel posto. Questa è verde fobia. In tutta Italia si registrano gli incendi boschivi, ma in pianura è davvero difficile che si verifichino. Ho percorso la Lombardia in largo e in lungo e in pianura, in pieno periodo estivo, non ho mai visto un filo d’erba, verde o secco, bruciato. In Sicilia occidentale, quando tra maggio e giugno dall’ aeroporto di Palermo o di Trapani ritorno a Mazara, la vegetazione spontanea (spesso protetta) delle aree semi o sub naturali pianeggianti è già bruciata a tappeto. Le associazioni ambientaliste, le associazioni venatorie (dovrebbero avere un grande interesse nell’opera di prevenzione incendi specialmente nei territori agro-silvo-pastorali) dispongono di guardie ambientali o venatorie, ma dove sono?