Una serata di emozioni quella dell’inaugurazione a Castelvetrano, nel ricordo di Rosario Di Bella, del locale Comitato della Società Dante Alighieri.
Nel discorso d’apertura, dopo aver ringraziato i soci che lo hanno eletto, il Presidente Rosario Atria si è soffermato sull’importanza del valore della memoria, sottolineando come anche la scelta di un luogo dalla grande forza evocativa come il salone del “Circolo della Gioventù”, gentilmente concesso dal Presidente in carica Ignazio Portoghese, fosse tutt’altro che casuale.
«La testimonianza memoriale» – ha proseguito Rosario Atria – «tesa al recupero delle più alte esperienze del passato, è la più potente leva sulla quale si può pensare di edificare per il futuro. Ricordare la figura e l’opera dei grandi maestri che, operando nei più diversi campi, hanno dato lustro alla città, è un impegno che il Comitato avverte come stringente. Un impegno che si premurerà di portare avanti nel tempo, accanto all’attività di promozione e diffusione della lingua e dell’identità italiana, nel rispetto e nell’attuazione della tradizione della Dante, attraverso iniziative culturali dirette ai giovani delle scuole, come pure ai tanti cittadini che manifestano il bisogno di riscoprire il piacere dell’incontro dialogante».
Sulla necessità di una rigenerazione che investa la società cittadina a tutti i livelli ha insistito, nel suo intervento, anche Beppe Bongiorno, già Senatore della Repubblica e socio fondatore, insieme ad Alfredo Finotti e Giovanni Santangelo, del Comitato castelvetranese della Dante: dopo aver espresso il proprio apprezzamento per l’importante risposta, in termini di sentita partecipazione, data dalla cittadinanza, ha sottolineato come si avverta, fortissimo, il bisogno di un nuovo “Risveglio”, con riferimento alla felice esperienza che nel corso degli anni Ottanta portò la città – promotore il “Gioventù” – alla realizzazione di iniziative di particolare pregio e spessore culturale.
“Il nuovo Risveglio” – ha ricordato l’Avv. Bongiorno – ha rappresentato in quegli anni «un’esperienza centrale, grazie anche alla passione del suo Direttore, l’indimenticato Ferruccio Centonze, del quale proprio quest’anno ricorre il centenario della nascita».
Tra gli intellettuali che hanno lasciato una traccia indelebile nei cuori dei castelvetranesi, Ferruccio Centonze occupa un posto particolare, proprio come l’amico e sodale Rosario Di Bella, del quale – nel corso della serata – Maria Pia Sammartano, docente di lettere italiane e latine e scrittrice di pagine preziose, ha proposto un ricordo commosso. «Un uomo» – ha detto la Prof.ssa Sammartano – «che pretendeva da tutti il tu, che sapeva ironizzare sulla vita, a partire da se stesso, che amava definirsi un dandy di provincia e certo lo era per l’eleganza che lo distingueva, il buon gusto, l’attenzione per le belle maniere, l’amore incondizionato per la bellezza. Da grande Magister, era solito ripetere, riprendendo Orazio satiro: “Sine cortice nabis”! Spingendo, con questo dotto incitamento, gli allievi a navigare senza timori nel mare della vita, forti del bagaglio di capacità e attitudini che, con la sua paziente lezione, aveva saputo stimolare».
Sul palco, oltre ai succitati, si sono avvicendati Giovanni Santangelo, chiamato a recitare alcune delle poesie più belle di Sarino Di Bella/Salario Del Brio, pseudonimo con cui aveva scelto di firmarsi (tra queste, “A Maria, Pia madre celeste”, dedicata proprio a Maria Pia Sammartano), e Rino Marino, al quale sono state affidate letture dai saggi letterari. Particolarmente intensa è stata l’interpretazione, proposta dallo stesso Marino, del canto XXVI dell’Inferno dantesco (il folle volo d’Ulisse), testo particolarmente caro al Professore, che nel 2005 ne propose una lettura magistrale agli studenti del Liceo Classico “G. Pantaleo”.
Alla serata hanno preso parte anche la pianista Anna Maria Curti Giardina e il violista Demetrio Comuzzi, che hanno eseguito con grande maestria brani del repertorio da camera tardo-ottocentesco: la performance del duo è stata molto apprezzata dal pubblico in sala. Presenti, in prima fila, visibilmente commosse, Gloria e Roberta, le figlie di Sarino Di Bella, che hanno chiuso la manifestazione offrendo ai presenti un ricordo personale del padre.
AUTORE. Redazione