Ci capita con compiacimento di essere d’accordo con un esponente alto della gerarchia cattolica, anche se questo non è un dovere per noi cronisti laici, né per la Repubblica italiana, che pure alla Chiesa e alla sua dottrina sociale tanto interesse e rispetto ha sempre dedicato e dedica.
Ieri c’è stato un pronunciamento importante, che è bene analizzare, e sottrarre al consueto macello manipolativo mediatico. «La costruzione di una società interculturale deve essere inserita in un rigoroso rispetto della legalità, necessaria garanzia per l’integrazione». È la posizione dei vescovi italiani in tema di immigrazione, presentata dal segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Mariano Crociata. Lo precisa la Cei, e noi non potremmo essere più d’accordo, comunque queste frasi vengano interpretate dai funamboli del politically correct italiano, che, diciamocela tutta, è in agonia ma strilla come un cappone.
Torniamo alle parole del presule, siciliano di Castelvetrano, originario di Partanna, un cinquantenne che ha vissuto parte importante della sua formazione dottrinale e gerarchica nella diocesi delicatissima di Mazara del Vallo, insomma uno che le invasioni di clandestini sa sul serio che cosa sono, e quale impatto abbiano sulla vita e l’economia di una comunità. Dice Crociata che «l’Italia vive già e non da oggi una realtà di intercultura, e corollario di questa convinzione è che tutto deve essere inserito in un rigoroso rispetto della legalità, necessaria garanzia per l’integrazione».
«Il problema – ha avvertito monsignor Crociata – è invece il modo in cui le culture e le presenze si rapportano». «Non si cresce insieme – ha spiegato – in un’accozzaglia disordinata e sregolata ma a partire da un tessuto storico, sociale e culturale comune che costituisce il volto, l’identità di un Paese». Non si vuole, ha precisato il vescovo, «cancellare l’identità di ciascuno» ma nemmeno teorizzare «un’irreale parificazione che è cosa diversa dall’eguaglianza». «L’appiattimento infatti non aiuta lo stare insieme, anzi lo distrugge», ha aggiunto, concludendo che è necessario «coordinarsi all’interno di un orizzonte di fondo condiviso, di un tessuto comune che avvolga tutti, anche chi viene» da fuori, come gli immigrati.
Troppo giusto, se comprendiamo come costruire il tessuto comune, se decidiamo di distinguere tra immigrati regolari e irregolari. Il tessuto comune è costituito solo ed esclusivamente dalle nostre regole, dalle leggi che noi italiani siamo tenuti a conoscere e rispettare. Qualche esempio? Non complottiamo contro le istituzioni del nostro Paese, guidiamo con la patente, non ci ubriachiamo prima di metterci al volante, non segreghiamo mogli e figlie, sposiamo una sola donna alla volta, paghiamo le tasse, non consentiamo le mutilazioni genitali, non giustiziamo le nostre figlie perché si fidanzano con un ragazzo di diversa etnia e/o religione, mostriamo il volto nelle fotografie sui documenti di identità, consentiamo che vengano aperte sedicenti moschee fai da te, ma ci piacerebbe che il crocefisso non venga definito un ripugnante cadaverino in nome del rispetto di tutte quante le culture.
Siamo, monsignor Crociata, come darle torto, una società multiculturale, che ospita e dà lavoro agli immigrati nelle aree di grande intensità di produzione industriale, nelle città più grandi, nelle enormi aree di suburbi metropolitani. Però dobbiamo cautelarci dal clandestino, dall’irregolare che arriva da ogni parte, perché una società profondamente cristiana non è per questo una società masochista. Cito dati non nuovi, hanno quasi tre anni, vengono dall’insospettabile ministero dell’Interno del governo Prodi. Dice il rapporto che «nel 2006 ormai oltre un denunciato per omicidio su tre è straniero nelle regioni centro-settentrionali, contro poco più di uno su dieci al Sud». Questo avviene con gli omicidi, ma anche con gli altri reati. Nel Rapporto viene sottolineato il fatto che la netta maggioranza di questi reati viene commessa da stranieri irregolari, mentre quelli regolari hanno una delittuosità non molto dissimile dalla popolazione italiana. Gli stranieri costituiscono il cinquantuno per cento dei denunciati per rapina in abitazione o furto in abitazione, il quarantacinque per cento dei denunciati per rapina in pubblica via, il diciannove per cento per le estorsioni e il ventinove per cento per le truffe e le frodi informatiche. Intorno a un terzo dei denunciati troviamo gran parte dei reati violenti. La quota di stranieri qui va dal trentanove per cento dei denunciati per violenze sessuali al trentasei per cento per gli omicidi consumati e al trentuno per cento per quelli tentati, al ventisette per cento dei denunciati per il reato di lesioni dolose.
Siccome gli anni passano, i clandestini aumentano, non tutti sono perseguitati e molti piuttosto delinquono e fanno apologia di rivolta contro il Paese che li ospita, sarà bene che siamo fermi, fermissimi, sulle regole e sui numeri oltre i quali non possiamo andare. Ne va della nostra vita, mi sento abbastanza sicura che monsignor Crociata volesse consigliarci autorevolmente proprio su questi rischi.
Maria Giovanna Maglie
AUTORE. Maria Giovanna Maglie
Mi trovi pienamente daccordo con il tuo pensiero.
Al di là dell'analisi matematica e fredda della sig.ra Maria Giovanna Maglie che puo' piacere o no,faccio appello a quel sentimento limpido e trasparente che è” il principio dell'universalità dei diritti umani,sociali e civili”' sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani. Dovremmo iniziare a dare il giusto nome,non piu' di “immigrati-clandestini”, ma di persone, donne, uomini e bambini che hanno paura, freddo e fame. Il sangue che scorre nelle loro vene è rosso come il nostro… cara sigra Maglie dal sangue blu
Per il rispetto della legalità bisogna per prima cosa dare l'esempio. Che razza di esempio è in grado di dare l'Italia, quando al parlamento e al consiglio dei ministri siedono persone inquisite o condannate? L'extracomunitario che ha intenzione di delinquere qui ha campo libero. Appena vede Cuffaro che, dopo essere stato condannato per favoreggiamento ai mafiosi, viene eletto senatore, è ovvio che fa le sue deduzioni. E poi, scusate, da quale pulpito viene la predica? La signora Maglie ha fatto l'assessore provinciale nella giunta Trapanese di Turano, stesso partito di Totò Cuffaro (Udc) e vorrebbe parlare di rispetto della legalità agli extracomunitari?? Ma la smetta di pontificare…!
Chi delinque non piace a nessuno, sia esso comunitario o extra. Non saremo noi siciliani a leccare il c..o alla lega!
Il rispetto delle regole??? Viviamo in un paese in cui il presidente del consiglio ha un palese confitto di interesse,una parte consistente di lavoratori meridionali lavorano in nero e senza alcuna sicurezza ,i controllati sono contemporaneamente controllori,si invoca lo sviluppo,ma non importa a nessuno se le assunzioni sono di parenti,amici,cugini e cognati;la lunga mano della mafia convive stabilmente con i centri del potere politico e finanziario e si regalano mazzette a chi chiude un occhio;si raccomandano gli ebeti e gli incapaci per farli entrare nelle facoltà universitarie,gestite dai padrini; si elargiscono favori e privilegi in cambio di voti,si premiano i furbi che scelgono le scorciatoie. Il rispetto delle regole? Ma per favore!Di quali regole si parla? Dei diseredati? Delle donne stuprate nelle carceri libiche in cui sono state rispedite? Delle sevezie ai bambini clandestini? Dei centri di “accoglienza”,gabbie – bestiame?
Cara signora,è facile per me e per lei parlare di queste cose,abbiamo un nome e un volto,siamo al caldo,sotto un tetto,abbiamo da mangiare e da bere e possiamo disquisire,ma dubito che, chi ha la morte a fianco possa perdere la speranza di tentare un approdo in un luogo migliore di quello che,con sofferenza si è lasciato.
Sono perfettamente d'accordo, è giunto il momento di mandar via dall'Italia tutti i criminali che stanno rovinando il nostro bel Paese: perchè non cominciamo col cacciare Berlusconi?
Anita, tu dici bene: perchè non cominciamo col cacciare Berlusconi?
Ma chi è Berlusconi?
Berlusconi è la tua voglia di diventare un personaggio famoso;
Berlusconi è il tuo menefreghismo quando parcheggi con la macchina;
Bersuconi è la tua ammirazione per chi ha i soldi e le donne;
Berlusconi è la tua indifferenza nel denunciare le illegalità;
Berlusconi è la tua ricerca per la raccomandazione;
Berlusconi è il tuo voto venduto per 70 euro;
Berlusconi è il favore che chiedi al politico;
Berlusconi è il voto che dai a tuo cognato, chiamato dai furbetti della politica per raccattare i voti della tua famiglia;
Berlusconi sono i soldi della comunità europea che tu vorresti frodare;
Berlusconi è tuo papà, che promette a qualcuno il voto di moglie e figli senza consultare nessuno;
Berlusconi è la tua tv accesa in cucina;
Berlusconi è il giornale che leggi la mattina;
Berlusconi…
Berlusconi è la destra;
Berlusconi è la sinistra;
Berlusconi è il centro;
Berlusconi sei tu.