Una storia iniziata tre anni fa su una nave e potrebbe finire domenica con un trionfo chiamatao Serie B. Domenica, il Trapani si giocherà la serie B contro il Lanciano. Il presidente Vittorio Morace ha raccolto la società granata alle secche del dilettantismo e l’ha portata nel punto più alto della sua storia!

Morace fa l’armatore. Un uomo di successo che del calcio avrebbe tranquillamente fatto a meno se la Trapani che conta non gli avesse chiesto di prendere in mano la società granata.

Ricordo ancora quella riunione convocata dall’allora sindaco Fazio – racconta il comandante Morace nella sede dell’Ustica Lines la sua compagnia di navigazione – C’era da salvare il Trapani, ma nessuno si faceva avanti. Fui l’ultimo ad essere interpellato e dissi che mi sarei occupato della squadra. Fazio mi diede dei calci sotto il tavolo per esprimere la sua gioia.

Nasce così il Trapani di Morace.

“Quando ho preso in mano il Trapani credevo nel suo progetto, ma non credevo che si potesse riuscire a concretizzarlo così presto.” parla l’allenatore Roberto Boscaglia “Abbiamo bruciato le tappe e in certi momenti siamo stati anche impreparati. Allenare una squadra di calcio significa lavorare soprattutto sulla testa di questi giocatori. Che insegnamento tattico vuole che possa dare alla vigilia di una partita importante come quella di domenica? Bisogna farli stare sereni”.

Proprio per questo il Trapani attenderà la partita nel ritiro di Castelvetrano. Lontano dai tifosi che ora sognano. Quegli stessi tifosi che, fallita la promozione diretta, arrivarono a contestare la squadra.

Il tifoso è pronto a portarti alle stelle così come è pronto a buttarti giù se le cose vanno male. Quelli del Trapani bisogna capirli. Venivano da tante delusioni e ci hanno accolti con diffidenza. Ricordo ancora che alla prima partita c’erano seicento persone. Domenica ce ne saranno settemila. Domenica voglio la serie B. Deve essere la ciliegina sulla torta di una stagione lunghissima. Dopo quello che abbiamo sofferto non possiamo permetterci di sbagliare e di ripetere certi errori. Nessuno merita la B più di noi.

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