Per ogni opportuna conoscenza e per competenza, in riferimento al fuoco appiccato al portone del Liceo Classico “Giovanni Pantaleo” di Castelvetrano, di cui sono dirigente, per dovere d’ufficio si comunica quanto segue:

venerdì 16 maggio, durante il convegno da me organizzato per celebrare la figura di Aldo Moro, in occasione dell’anniversario del suo rapimento, dando la parola al commissario Monreale, che portava il saluto del Questore, ho auspicato che al più presto venisse assicurato alla giustizia il famigerato boss mafioso Matteo Messina Denaro;

sabato 17 marzo sul blog Castelvetrano Selinunte ho commentato l’intervista del figlio del mafioso Provenzano, che chiedeva clemenza per il padre ammalato, in questo modo: “Bella faccia tosta quella di Provenzano jr! Il tizio si è dimostrato nell’intervista degno figlio di suo padre, se non più pericoloso nel dire e nel non dire, nell’esprimere velate minacce, nel non volere riconoscere la mafia come artefice primaria dei delitti Falcone e Borsellino. Piuttosto che pensare al decadimento psicologico del padre, perché non pensa a quello dei numerosi familiari delle vittime della mafia? Perché non pensa al povero Giuseppe Di Matteo, tenuto per anni prigioniero e poi sciolto nell’acido? Provenzano, come tutti i mafiosi, deve provare il carcere duro, soffrire anche fisicamente per il male che ha fatto. Mi rifiuto di definire i mafiosi persone o cittadini! Non chiedo la pena di morte per loro perché non l’accetto come cristiano e come persona civile, ma non sono d’accordo a concedere loro alcun beneficio carcerario. Anzi, auspico che vengano ripristinati carceri duri come Pianosa”.

Per avere un quadro completo mi sembra opportuno accennare ad altri episodi verificatisi nel passato:
– nel febbraio 2011, dopo la presentazione di un libro su Matteo Messina Denaro, c’è stata la violenta reazione, in classe prima e nell’androne della scuola poi, di un nipote e della sorella del boss, la quale con veemenza ha inveito contro di me;
– alla vigilia dell’incontro-dibattito con l’ex Procuratore capo del pool “Mani pulite”, tenutosi il 1° aprile2011, mi è stata recapitata dalla Germania una rivista, dove erano raffigurati in copertina quattro volti con le bocche tappate e le seguenti didascalie: “stai zitto”, “tutto quello che dici si può e sicuramente si ritorcerà contro di te”;
– nel giugno del 2010 è stata rinvenuta sul tavolo della portineria del Liceo Classico una busta a me indirizzata con una cartuccia di fucile;
– pochi giorni prima, in occasione dell’anniversario della stage di Capaci, avevo fatto affiggere sui due lati del totem, che troneggia davanti al Liceo Classico, un megamanifesto di mm.5.60×2.60 che ritraeva i due magistrati Falcone e Borsellino sorridenti, mentre conversavano tra di loro, a significare la presenza di una società civile che non aveva nulla a spartire con la mafia. La notte successiva il manifesto è misteriosamente scomparso, senza che a terra o nei dintorni fosse possibile rinvenirne alcuna traccia;
– nel lontano 1992, l’anno delle stragi, dopo una serie di episodi (la targa della scuola divelta e spezzata in due, la telefonata minacciosa a mia madre, la gallina infilzata alla cancellata della scuola, il cerone dietro la porta di casa), a febbraio fu incendiata la scuola e a maggio la mia alfa rossa fiammante, posteggiata sottocasa perché l’indomani sarei dovuto andare in una scuola di Piazza Armerina per un dibattito sulla mafia. La bottiglia di plastica con il residuo del liquido infiammabile usato lasciata a pochi passi di distanza non lasciava alcun dubbio sulla causa dell’incendio e dava anche una paternità alle “ragazzate” precedenti.
Per concludere, mi piace riportare l’intervento su “Articolo 21” del prof. Giuseppe Basile dell’Università “La sapienza” di Roma:
“A causa della sua incredibile attività scolastica a favore della legalità e dell’impegno civile, testimoniato da un ininterrotto flusso di iniziative didattiche nel corso di parecchi anni scolastici, il Preside Fiordaliso ha riscosso una stima senza pari da parte di chi ritiene la mafia uno dei più gravi ostacoli all’ordinato sviluppo della economia e della vita civile di quel territorio e, più in generale, del Sud e dell’intera Italia, ma ha anche collezionato tutta una serie di “avvertimenti” dalla parte avversa, quelli soliti della mafia, ma proprio per questo allarmanti e preoccupanti: dall’incendio dell’auto ai segnali premonitori di tipo simbolico alle missive, compresa una dalla Germania composta di lettere ritagliate da un giornale tedesco…Il danneggiamento per fuoco del portone principale del Liceo

Classico la notte del sabato scorso segue a ruota ad un intervento di Fiordaliso su un portale locale in cui egli, ricordando gli atroci delitti di Provenzano padre, tra cui lo scioglimento in acido del ragazzino Di Matteo, auspica un irrigidimento del 41 bis invece che l’invocato alleggerimento della detenzione. Certo, il nesso causale tra i 2 fatti non è ancora provato, ed è già un miracolo ( merito anche di Fiordaliso) se il fattaccio non è stato, come spesso in un non molto lontano passato, immediatamente rubricato come la bravata di giovinastri un po’ alticci che per scacciare la noia del sabato sera hanno voluto dare prova della loro abilità pirica …”.

AUTORE.   Francesco Fiordaliso