Il contratto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e’ destinato a decadere domani, 1 marzo, come previsto dalla legge. Lo ha confermato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, incontrando i giornalisti per la firma del contratto istituzionale di sviluppo della linea ferroviaria Messina-Catania-Palermo.
Insomma, a meno di novita’ dell’ultima ora, il ponte sullo Stretto di Messina non si farà.
A novembre abbiamo emanato un decreto, poi trasformato in legge, che fissava – ha ricordato Passera – le condizioni per tenere aperto il progetto. E sono stati dati oltre quattro mesi di tempo, fino al primo marzo, per riformulare l’accordo con il contraente generale. Purtroppo, fino ad ora, non ci sono stati segnali concreti di voler accedere a quanto previsto dalla legge, ad oggi la scadenza non e’ stata rispettata e, di conseguenza, accadra’ quanto previsto dalla legge.
Da ricordare che la legge prevedeva la stipula di un atto aggiuntivo tra la societa’ del Ponte sullo Stretto ed il contraente generale: atto aggiuntivo che avrebbe dovuto prevalere uno spostamento dei termini in avanti. L’accordo non e’ stato raggiunto, l’atto aggiuntivo non e’ stato firmato e, pertanto, domani decadra’ il contratto.
Fonte. AGI
AUTORE. AGI
Un divertimento che ha già fatto sprecare almeno 230 milioni di euro (del 2010) in studi e progettazioni.
Prima lo volevano fare a piloni ma hanno scoperto che c’erano problemi costruttivi e, poi, dal 2003 la Stretto di Messina SpA, la concessionaria pubblica, che vive sulle nostre spalle, ha proposto la realizzazione, alla modica cifra di 8,5 miliardi di euro!!!
Opera inutile!! Se ho una casa con un impianto elettrico deficitario e non funzionante e se ho un budget a disposizione non penso a comprare un televisore ultrapiatto 16:9 HD, ma con quei soldi penso prima ad aggiustare l’impianto elettrico poi forse, se ci sono ancora soldi, compro il televisiore di ultima generazione. A che serve risparmiare 1 ora di attesa sullo stretto quando da Castelvetrano a Catania in treno ci metto fino a un massimo di 9 ore??
allegria…..lasciamo stare le cose come vanno….opera inutile…
meno male ci sono altre priorità
I siciliani la prenderanno benissimo. Personalmente la penso esattamente come Gaspare. Forse i messinesi un pò meno. Ma Messina, si sa, é la capitale della Calabria!
In Italia si dice essere recitivi…usciamo dalle elezioni con la piena consapevolezza che questa benedetta spesa pubblica và dimezzata.Calcolando che il caro Berlusconi ha firmato un accordo con l’U.E. dove ci siamo impegnati a dimezzare del 50% il debito pubblico in 20 anni,ovvero MISSION IMPOSSIBLE!!!Perlomeno tentiamoci,ma basta spese totalmente inutili.I siciliani non hanno bisogno di un ponte per vivere…
Sono assolutamente concorde con il commento di Gaspare, io aggiungerei soltanto che i soldi stornati dal progetto debbano essere investiti in infrastrutture e sicurezza idrogeologica per il territorio e non semplicemente tolti all’economia di Sicilia e Calabria.
In un momento come questo non si possono buttare soldi al vento. Capisco che Silvio, si è fatto forte, del solito scoop elettorale per intenerire il cuore dei siciliani e dei messinesi in modo particolare.
ma perché,qualcuno forse credeva e/o sperava che la sparata da campagna elettorale di quel nano megalomane potesse mai evolversi in qualcosa di reale?!
pensassero prima a sistemare strade,ferrovie,porti e aeroporti…
Il ponte non si farà, però la tav sì, se al nord non la vogliono, facciamo la tav da trapani ad agrigento, ripristinando le vecchie tratte ferroviarie, smantellate dalle ferrovie, perchè noi siamo province di serie zeta, al nord il progresso al sud il regresso.
Quanto c’è costata sta barzelletta… chill’è stramuort’
Il ponte non si farà più. Questa è l’ultima batosta che si è abbattuta sulla Sicilia. Oggi, volendo rilanciare i trasporti in Sicilia, si deve automaticamente parlare anche del ponte sullo stretto: sarebbe assurdo costruire una linea TAV Palermo – Messina e poi perdere due ore per la traversata con il traghetto; occorre una continuità fra le autostrade e le ferrovie siciliane con quelle italiane ed europee. E’ da tener presente che le convenzioni internazionali considerano le ferrovie isolane delle linee a carattere ed interesse prettamente locale e non sono prese in considerazione per un eventuale potenziamento. Occorre che la Sicilia, isola per antonomasia, diventi terraferma, una continuazione fisica, economica e politica dell’Europa; non una palla al piede dell’Italia, ma una terra ricca di risorse umane ed economiche, un punto di passaggio fra l’Europa e l’Africa.
Il governo Monti ha messo da parte il ponte perché la sua costruzione verrebbe a costare molto; si tratta di una grossa menzogna, poiché la ferrovia TAV Val di Susa, riconosciuta inutile statisticamente e tanto contestata da tutti i piemontesi, verrà a costare molto di più del ponte.
Così, dopo tanti progetti faraonici, la costruzione del ponte non vede soluzioni; purtroppo, anche i siciliani non hanno fatto sentire la loro voce in merito. L’atavica rassegnazione del “calati iuncu chi passa la china”, ancora una volta ha portato gli isolani al silenzio.
Il sonno dei Siciliani, citato dal Gattopardo, tanto parlato e contestato, continua a guidare le menti retrogradi di un popolo abbandonato a se stesso ed isolato per millenni in seno al Mediterraneo.
Fino a quando il ponte di Messina non diventerà una realtà, la Sicilia può solo sognarsi una ripresa economica, che non è condizionata soltanto dalla mafia, dalla politica corrotta e dal mal governo, ma da un isolamento geografico, storico e principalmente culturale.
Isolamento storico geografico e culturale? cosa? l’Inghilterra dovrebbe essere l’ultima nazione al mondo allora. Ne ponte, ne Tav. Usiamo i soldi in maniera intelligente. E non ci vogliono 2 ore per attraversare lo stretto, ormai neanche in estate.
Sig. Annibale, intanto l’Inghilterra ha non un ponte ma un tunnel sotto la Manica. Inoltre è una nazione che sorge tutta su un’isola e non è un’isola al servizio di una nazione come la Sicilia. Siamo così abbandonati da secoli anche culturalmente che non ci accorgiamo del progresso che ha fatto il mondo. Il giappone è un arcipelago di isole e ha capito che bisognava unirle tutte con dei tunnel sottomarini. Quello che per nio è fantascenza, per loro è realtà da tempo. Se il sig. Annibale viaggiasse col treno si accorgerebbe che occorrono due ore per il traghettamento, come avviene da secoli. La democrazia è bella perchè ognuno può esprimere le proprie idee, ma è giunta l’ora di aprire gli occhi alla luce delle nuove esigenze di vita!
@ Vito Marino, guardi che non tutti quelli contro il ponte sono contro per essere retrogadi come dai ad intendere, anzi. Il punto è che bisogna priorizzare, visto che di capitali da investire, si dice, non ce ne siano tanti. Il mio punto, per esempio, è che io non credo che la situazione politica, imprenditoriale e di corruzione (leggi mafia e ndrangeta se vuoi) sia al punto di consentire la costruzione prima e la manutenzione poi di un ponte sullo stretto, non al momento attuale.
Poi scusa un pò, parli del canale sotto la manica, io i numeri non ce li ho e non ho voglia ora di fare ricerca, ma sono più che sicuro che nel tempo impiegato dall’inizio progetto ponte sullo stretto ad ora, la Francia e la Gran Bretagna il canale sotto la manica l’avevano già ben completato e aperto al traffico.
Porca la miseria, sono anni che il progetto ponte sullo stretto macina capitali, e non si è riuscito a fare niente, credimi, il ponte se un giorno sarà realizzato, e spero anch’io lo sia un giorno, verrà ahimè chiuso pochi mesi dopo perchè non transitabile per mancata manutenzione o ancora peggio per errori tecnici nella costruzione, garantito al limone, ahimè!
Vogliamo il ponte e non siamo neanche in grado di gestire la munnizza, ma per piacere.
Perchè non costruire invece, in Sicilia un termo valorizzatore state of the art, con tanto di filtri come si fa nelle città europee all’avanguardia, dove l’aria che si respira e più salutare che nella maggioria delle città italiane, e capitalizzare con questo bruciando anche la munnezza dei romani e napoletani a caro prezzo?
E ricordiamoci ancora, il ponte non va solo costruito, il ponte abbisogna anche di manutenzione, cara, carissima manutenzione.
Quindi fino al 1994 l’Inghilterra è stato il 3° mondo. E poi, il tunnel della Manica collega Parigi a Londra, noi cosa uniamo, i Peloritani all’Aspromonte? Il sig. Annibale e milioni di siciliani hanno smesso di prendere il treno da anni e volano da Roma in su in maniera più veloce e anche più economica. Quante persone conosce il sig. Annibale che va in treno dalla Sicilia? ZERO. Rispetto anche a solo 20 anni fa, il numero delle persone che attraversa lo Stretto in treno si è ridotto del 90% e oltre. Tant’è che il numero dei treni è stato sostanzialmente abbattuto. Il sig. Annibale continuerebbe ad andare nel “continente” senza treno anche con il ponte, perchè per andare a Roma, invece di arrivarci in 12 ore ci arriverebbe comunque in 10 ore e mezza. Il sig. Annibale preferirebbe che i 6 miliardi (iniziali perché si sa, diventerebbero 50) previsti per il ponte venissero investiti per stravolgere il sistema dei trasporti in Sicilia (e non solo dei trasporti) per mandare in orbita quest’isola e forse anche la Calabria. Il sig. Annibale è convinto che la barzelletta del Ponte è stata servita al popolo per giustificare 300 milioni di spesa per la società Stretto di Messina e per accaparrare qualche voto per chi ancora ci crede. Seppure il sig. Annibale dice fesserie, mettetevi l’anima in pace, il discorso è chiuso.
Sono contrario al ponte, ma a favore delle ferrovie. Anche se a livello locale. Non voglio dilungarmi, mi limiterò a ripetermi: come vorrei che si tornasse al 1880! E credo che su questo concordi anche l’ottimo Vito Marino, che se non sbaglio, collabora al quindicinale Op. Se é lui, sappia che la leggo sempre!
carissimi amici, il problema del ponte è più complicato di quanto sembra e non lo risolveremo certamente noi bisticciando, anche se amichevolmente. Io ho parlato sulla necessità di far diventare la nostra isola in terraferma attraverso un collegamento che potrebe essere il ponte o un tunnel sottomarino. Se non c’è questo collegamento per un’isola non si spenderà una lira per potenziare la ferrovia. Quando si tratta di strada ferrata a carattere locale non si spende una lira. Ecco perchè nessuno prende più il treno. Tutto è fatiscente; il che ho ancora i biglietti gratis è da anni che non viaggiu più in treno.
Se la Sicilia diventa terraferma, economia e volontà politica permettendo, si potrebbe parlare di TAV Palermo-Milano. Il ponte non si è fatto per motivi politici non economici e fino a quando noi siciliani non ci rendiamo conto della sua importanza la nostra economia non andra mai avanti. Basti pensare che il trasporto ferroviario merci viene a costare il 50% in meno che sul gommato. Purtroppo se un carro ferroviario deve impiegare un mese e un tur arriva entro 24 ore fino a casa è una cosa logica che nessuno si serve della ferrovia. Se per il ponte si sono sperperati tanti milioni di euro questo fa parte del folclore italiano, non è colpa del ponte.
Per ora mi fermo quì. In ogni caso non lasciamoci prendere dall’ira e ragioniamo da persone mature.
Il ponte di persè non produrra mai capitale, malgrado il preventivo molto ottimistico di Annibale a proposito dei 50 Milioni di Euro (personalmente non credo basterebbero), sarebbe o sarà un conto in rosso scuro. Le teorie di Vito Marino non prendono in considerazione che il problema del costo delle ferrovie, o se si vuole il basso costo dei voli aerei, dipende anche dalle sovvenzioni, sovvenzioni per compagnie aeree, carburanti etc., e zero sovvenzioni per le ferrovie, perciò il cittadino medio privo di coscienza ecologica vola e vola. Purtroppo non è vero che i trasporti su asfalto siano in realtà più economici che su strada ferrata. Certo dovrebbero esserlo, almeno per ragione ecologica, ma purtroppo non lo sono per ragioni dettate dal mercato dei trasporti. Chiaramente, così come cè gente che continua a votare berlo, si può anche credere che il ponte possa risolvere un chè di problemi in Sicilia, dipende semplicemente dal fatto se si riesce a vedere le realtà o meno.
errata corrige
Purtroppo non è vero che i trasporti su asfalto siano in realtà più economici che su strada ferrata.
volevo dire l’esatto contrario, cioè in realtà, in Europa in generale, i trasporti su asfalto costano meno che su strada ferrata
@vito marino: se mi consente vorrei osservare che la circostanza che ‘sulle ferrovie locali non si spende una lira’ é frutto non di un principio inderogabile stabilito nelle tavole della legge che l’Onnipotente consegnò a Mosè, bensì di una scelta scellerata che un Ente, un tempo articolazione dello Stato ( si chiamava, infatti F.S.)ed oggi privato ( si chiama Trenitalia), ma rimasto in posizione di monopolio ( monopolio naturale, quello della rete ferroviaria, di proprietà di RFI, società privata controllata da Trenitalia!) che nessuno si sogna non dico d’intaccare, ma manco di evidenziare, ha adottato da anni, allo scopo di perseguire quel che per ogni Ente privato rappresenta lo scopo principale: la massimizzazione dei profitti. Ecco perché negli stadi si leggono pubblicità tipo ‘Milano-Roma 74 treni al giorno’. Mentre sulla Palermo-CAtania ne corre uno ed uno solo. Scellerato, é ovvio, non é il fatto che Trenitalia si comporti da privato, ma l’aver privatizzato le ferrovie. Non fosse accaduto, oggi si continuerebbe ad investire sul trasporto locale, ponte o non ponte. Da qualche parte, in Alto Adige, per esempio, ma anche in Puglia, gli enti locali sono intervenuti immettendo sulla rete RFI rotabili locali che coprono adeguatamente linee di interesse locale. Perché in Sicilia no?
In Sicilia certe cose non avvengono perchè da millenni siamo stati considerati terra di conquista. Questo perchè, il nostro isolamento culturale ci spinge a chiedere un favore piuttosto che pretendere un nostro diritto; perchè siamo abituati a chinare la schiena (calati iuncu chi passa la china) per evitare danni peggiori. Quando durante il governo Prodi con Di Pietro ministro dei trasporti si sciolse la società del ponte i soldi sono stati stornati per benfatti in Sicilia. Tu hai visto niente? Quando nel ’64 sono stato assunto nelle ferrovie il 100% dei trasporto a lunga distanza avvenivano su ferrovia. Allora funzionava ancora lo stato con le FFSS. Allora si doveva investire, ma una lira non si è spesa. Proprio allora si pensò al gommato per incentivare il privato a discapito dello stato. E’ da anni che seguo l’andazzo del ponte e sono più che convinto che il ponte o un tunnel è indispensabile per la nostra economia. Se soldi non ce ne sono, se la manutenzione costa, se tutto andrà male sarà colpa nostra che non avremo apprezzato questo beneficio. In Val di Susa devono per forza attuare un TAV che costa più del doppio del ponte e, malgrado la protesta di tutto il Piemonte, si deve attuare. Lì i soldi si trovano, malgrado la statistica parli chiaro che si tratta di un’opera inutile. Un doppione di una linea moderna già esistente che già lavora poco. L’argomento è vasto e possiamo continuare
@vito marino: come no, si possono scrivere enciclopedie. Ma se i soldi stanziati da Prodi non si sono visti é perché furono stornati da Tremonti, a favore dell’abolizione dell’ICI, nonché del pagamento delle multe dei vaccari padanio che sfondarono le quote-latte. Non fossimo ‘terra di conquista’, come dice giustamente, questi signori non avrebbero preso nemmeno un voto, in Sicilia, alle elezioni successive, invece…
invece… Mi riferisco a Veneziano, sempre a causa del nostro isolamento anche culturale, continuiamo a dare il voto proprio a chi ha fatto tanto male agli italiani.Tornando alla ferrovia il trasporto merci su un carro ferroviario, viene a costare il 50% in meno di un equivalente trasporto su gommato. E’ infatti evidente che un locomotore elettrico che può trainare almenno 30 carri con due macchinisti, un tir per un lungo percorso ha bisogno di due autisti, quindi per 30 tir occorrerebbero 60 autisti. Le spese generali di una strada ferrata che lavora a pieno regime, sono equivalenti a quelle di manutenzione delle autostrade.Se consideriamo che, secondo le statistiche, sulle autostrade per incidenti muoiono 6000 persone ogni anno e altrettante persone muoiono per gli inquinamenti in generale, si può desumere l’utilità della ferrovia. Purtroppo i nostri governamnti devono seguire la polotica della FIAT, della Pirelli, dei petrolieri e, per come si dice da noi, l’asino deve entrare per la coda. o come diceva Dante”volsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare. E quelli che piangono una politica sbagliata siamo sempre noi della Sicilia, isola isolata in tutto, anche culturalmente.
Chiarisco che io non sono a priori contrario al ponte sullo stretto, anzi. Il punto è che non riesco ad immaginare come un paese che non è in grado di gestire la spazzatura, per dirne solo una, (ne aggiungo una seconda: un popolo che continua a votare il proprio macellaio) possa essere in grado di costruire, ultimare, porre in servizio e mantenere in servizio il ponte sullo stretto.
su quello che dice Franko sono pienamente d’accordo,un popolo che continuas a votare per chi ha ridotto l’Italia alla miseria, dimostra di essere culturalmente arretrato e impreparato a gestire il ponte “di mille e una notte”. Ciò non toglie che il ponte non sia necessario. Anzi servirebbe per avvicinare la nostra isola retrograda all’Europa più avanzata.