Sono ormai numerosi i provvedimenti che Berlusconi e la maggioranza di governo hanno messo in cantiere per cercare di mettere la mordacchia alla Rete.
Ci hanno provato gli onorevoli Carlucci e D’Alia, Costa e Pecorella. Ci sono state le disposizioni sulla rettifica obbligatoria contenute nella legge sulle intercettazioni (per ora accantonata); quindi i proclami all’indomani dell’aggressione di Tartaglia a Berlusconi: Maroni promise provvedimenti urgenti (poi optò per un codice di “autoregolamentazione”) e il presidente del Senato, la seconda istituzione della Repubblica, arrivò a definire Facebook “più pericoloso dei gruppi degli anni Settanta”.
Ora il decreto legislativo Romani predisposto dal governo, è in attesa di un parere obbligatorio (ma non vincolante) delle commissioni parlamentari per essere approvato. Il decreto prevede norme per la tv, e per la Rete. In primo luogo, la diffusione di immagini via Internet (diretta streaming, YouTube, ecc.) necessiterà di un’autorizzazione dal ministero delle Comunicazioni (e non dall’Agcom codime si era detto nei giorni scorsi) per trasmettere.
Il nostro paese sarà l’unica Repubblica occidentale a richiedere un’autorizzazione di questo tipo. Inoltre, come chiarito anche dal commissario Agcom Nicola D’Angelo in un’intervista a Radio Città Futura, le norme sul diritto di autore, verranno applicate in blocco ad Internet: una decisione del tutto avulsa dalla realtà della Rete.
Infine è confermato l’obbligo di rettifica per web-tg, o simili, trasmessi su Internet: una norma che non tiene conto della natura amatoriale di molti siti di informazione sul Web. Contro queste misure i blogger Enzo di Frenna e Claudio Messo hanno organizzato un sit-in per febbraio davanti all’ambasciata americana. Porteranno un cartello con su scritto: “Mr president, help Internet in Italy!”, presidente Obama, aiuti Internet in Italia.
di Federico Mello
per “Il Fatto Quotidiano”
articolo segnalato da lu scariotu
AUTORE. Federico Mello