L’udienza è stata aperta ma è stata subito rinviata al 12 aprile prossimo per un’omessa notifica a uno degli imputati. Si celebra dinnanzi al Tribunale di Marsala il processo che vede imputati il consigliere comunale di “Obiettivo città” Calogero Martire e A.S.V., socio con il fratello del consigliere Martire della “Selin Tourist srls”. I due sono finiti sotto processo per il reato di violenza privata in concorso.
A essere minacciata sarebbe stata la signora Beya Merikech, che ha ereditato, insieme al figlio Alessandro, l’hotel Miramare dopo la morte del marito. La questione sarebbe legata proprio alla gestione del ristorante “Miramare” da parte della “Selin Tourist srls”. Nei confronti della donna i due soci avrebbero usato parole pesanti nell’arco di tempo dal settembre 2020 al febbraio 2021. Affermazioni che il pm scrive nell’atto di citazione. E tra queste: «Io ti rovino Beya. Bollette? Non so di cosa parli, cerca di finirla. Devi andartene da qua. Devi tornartene in Tunisia che qua non è posto per te», avrebbe pronunciato Martire (difeso da Giuseppe Ferro e Gianna D’Angelo).
«Piena solidarietà» al consigliere Martire è stata espressa dal movimento “Obiettivo città”: «Teniamo a precisare che le frasi addebitate al consigliere sono esclusivamente dichiarazioni della parte querelante e non derivano da registrazioni o intercettazioni», spiegano nel documento. Il movimento ha posto piena fiducia a Martire quale capogruppo del movimento in consiglio.
Sulla vicenda è intervenuto il M5S di Castelvetrano: «Nel lasciare ogni giudizio di merito sul caso alla magistratura, ribadiamo l’importanza che l’impegno politico, a qualsiasi livello, debba essere improntato ai valori dell’inclusione e del rispetto dell’altro rifuggendo ogni forma di intimidazione e prevaricazione, ciò al fine di evitare ogni forma di delegittimazione del ruolo politico ed istituzionale esercitato». Ecco perché i pentastellati hanno chiesto a Martire di dimettersi da consigliere.

Calogero Martire