Giuseppe Grigoli

Al 31 dicembre scorso nelle carceri siciliane erano presenti 7.782 detenuti (7.597 uomini, 205 donne), ben 2.392 in piu’ rispetto alla capacita’ ricettiva massima, con una media dell’indice di sovraffollamento attestata al 44,7%.

Il carcere di Piazza Armerina (151,1%) e’ la struttura piu’ affollata della regione (la terza in ordine nazionale); seguono Castelvetrano (108,5%) e Termini Imerese (102,7%). Sono i dati forniti da Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa Penitenziari. Nel corso del 2010 nei penitenziari dell’Isola si sono verificati otto suicidi (quattro a Siracusa, due a Catania Bicocca, uno a Caltanissetta e Giarre).


I tentati suicidi sono stati 124 (21 i detenuti salvati in extremis dalla polizia penitenziaria). Gli atti di autolesionismo assommano a 549 ( 1 nel solo Ucciardone). I detenuti che hanno fatto ricorso, in segno di protesta, a scioperi della fame sono risultati essere 869. Gli atti di aggressione ai danni di poliziotti penitenziari sono stati in totale 36 (8 al Pagliarelli; 4 all’Ucciardone e Barcellona Pozzo di Gotto; 3 a Messina; 2 a Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani; 1 a Agrigento, Augusta, Castelvetrano, Catania Bicocca, Favignana, Giarre, Modica, San Cataldo e Sciacca).

Il futuro preoccupa, e non poco – dice il sindacalista – e la Uil per questo ha gia’ chiamato alla mobilitazione il personale ed e’ pronta alla protesta unitaria. Abbiamo ripetutamente denunciato la grave situazione che si abbatte sulle incolpevoli spalle della polizia penitenziaria. Oramai, stante la carenza di personale, e’ accertata l’impossibilita’ di godere dei diritti soggettivi e di lavorare in condizioni dignitose e sicure e con turni compatibili.

E’ chiaro che di fronte a questa triste realta’ non ci resta altro che la strada della mobilitazione e della protesta”. Cosi’, per il 23 gennaio, a Messina, e’ stata indetta con tutte le altre organizzazioni sindacali una sorta di sciopero in bianco: “Solo la prima – avverte Sarno – di una delle tante azioni di protesta da mettere in piedi. Il personale e’ stanco e sfiduciato, allo stremo psico-fisico. Nelle sezioni detentive il rapporto e’ un agente contro un centinaio di detenuti. Le traduzioni sono sistematicamente effettuate con scorte sottodimensionate.
Questo in terra di mafia non conforta e non aiuta”.

(AGI)

AUTORE.   AGI PALERMO