ninetta_bagarella.jpgLa moglie di Totò Riina ha chiesto agli avvocati di presentare una richiesta di risarcimento per lesione dell’immagine. Non quella del boss ma la sua. Che da parte sua ha fatto sapere, attraverso il suo avvocato, di aver gradito la fiction su se stesso. E non poco.

Insomma, la famiglia si Totò Riina si è spaccata sulla discussa fiction «Il capo dei capi», andata in onda su Canale 5. Secondo il parere della famiglia, la fiction avrebbe rappresentato «una lesione all’immagine» dei parenti stretti del boss, arrestato nel gennaio del ‘93 dopo decenni di latitanza. La famiglia Riina è rappresentata dagli avvocati Luca Cianferoni e Riccardo Donzelli.

Nella terza delle sei puntate dello sceneggiato venne rappresentata l’udienza in cui, nel 1974, fu discussa la proposta di misura di prevenzione contro Ninetta Bagarella, allora fidanzata di Riina. In quel contesto fu inserita, nella finzione cinematografica, una situazione del tutto inventata, e cioè il sequestro della moglie e del figlio piccolo del poliziotto (anch’esso immaginario) Biagio Schirò: il rapimento fu rappresentato quasi come una contropartita per ottenere che la misura di prevenzione chiesta nei confronti della Bagarella venisse respinta. Cosa che poi effettivamente avvenne anche nella realtà, ma per motivi diversi da quelli della fiction. «La situazione rappresentata – ha detto l’avvocato Cianferoni – è gravissima e lesiva dell’immagine della signora. Ma soprattutto non è vera».

Autori e produttori della fiction si vedranno così recapitare una citazione in giudizio da Ninetta Bagarella, la moglie del «capo dei capi» protagonista del loro lavoro. Che invece «ha visto volenteri questo sceneggiato», come hanno rivelato al settimanale del Tg5 «Terra!» gli avvocati di Riina. Segno che i tempi cambiano, ma non le debolezze dei boss, capaci di commuoversi – come accadeva per «Il Padrino» di Francis Ford Coppola – davanti alla versione cinematografica (o televisiva) della spietata scalata ai vertici di Cosa nostra.

Nel caso del «Capo di capi» la rincorsa al potere è durata 50 anni, contrassegnati da una ferocia che la vecchia mafia non aveva mai mostrato. «Il signor Riina – ha detto l’avvocato Donzelli – avendo avuto modo di seguire la fiction, ha commentato positivamente la figura. Sicuramente ha apprezzato l’impegno che l’attore ha messo nel raffigurare la sua vita, le storie processuali che sono state narrate in questa fiction». E l’avvocato è arrivato persino a rivelare che in alcuni frangenti, gli occhi gli brillavano: «Diciamo che era evidente che avesse ripercorso, in occasione della messa in onda, parte della sua vita». E l’avvocato Cianferoni: «Ha visto la tv appassionatamente… Se questo è il punto, sì! Lo ha visto volentieri questo sceneggiato. Dell’attore che lo interpreta ha detto che è stato molto bravo: è stato portentoso».

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