Dare lo stesso spazio ai figli dei mafiosi come ai figli
delle vittime non si addice certamente al ruolo del servizio pubblico che ha
l’obbligo di promuovere anche la crescita sociale e culturale dei cittadini
Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.
AUTORE. RedazioneNon credo affatto che il figlio di Riina possa parlare male del proprio genitore, – aggiunge Crocetta – solo che noi abbiamo il dovere di parlarne male perchè ha fatto stragi, ha terrorizzato i cittadini, ha bloccato lo sviluppo e la crescita della nostra Regione.
Faccio appello alla Rai perchè non mandi in onda un’intervista che sconvolgerebbe fortemente la coscienza di quanti, in questi anni, hanno rischiato la vita per combattere la mafia e dei tanti cittadini siciliani che con dure battaglie, – conclude il presidente – stanno cercando di liberarsi dall’oppressione mafiosa
evitare di parlarne… perché? Il fenomeno mafioso va conosciuto, capito, interpretato, solo così si può combattere. Conoscere il nemico per vincerlo … Vespa non mi sta simpatico, ma ha fatto il giornalista, ha fatto audience e ha mostrato l’aspetto familiare, intimo, grottesco, della famiglia del capo dei capi. Mi stupisco della posizione del presidente della regione siciliana, che nulla ha detto quando Ciancimino junior sedeva da Santoro o partecipava ai raduni con Salvatore Borsellino … doppi pesi e doppie misure … come sempre. Ed in ogni caso siamo in democrazia, esiste il telecomando e si cambia canale. La Rai offre ampie alternative. E se non si vuole vederla c’è altro comunque.
Operazione giornalistica quanto meno discutibile! L’intervista a questo elemento (tra l’altro pregiudicato) non aggiunge nulla a quanto si sa del fenomeno mafioso. Informazione, ma quale informazione?? E’ venuto a presentare un suo libro.
Credo che si possa continuare a voler bene ad un proprio genitore dissociandosi dai crimini terribili di cui si è macchiato, non lo ha fatto!
Cosa non si fa per il di Auditel
Il messaggio è stato chiaro e diceva: Genuflettetevi tutti! Minchioni! (l’ultima parola fa parte del vocabolario Italiano, non accetto censure).