A fronte di oltre 250 mila ettari coltivati con grani convenzionali sono sempre più gli agricoltori che in Sicilia scelgono di tornare alle produzioni tipiche regionali. Tumminia, Russello, Pericasacchi, Bidì, Maiorca, questi alcuni grani antichi che vengono seminati e che i consumatori scelgono.
Ma per essere competitivi e poter conquistare il mercato è necessaria la certificazione di quanto si produce che può essere realizzata dalle istituzioni preposte.

Dell’iter per ottenerla e del futuro di queste produzioni si parlerà in un incontro organizzato da Coldiretti con il supporto tecnico del Consorzio Gian Pietro Ballatore l’1 febbraio alle 9.30, a Castelvetrano nella sede della Condotta agraria in via Bonsignore 14.

Per la prima volta tutti i rappresentanti della filiera avranno la possibilità di indicare la strada da percorrere insieme per valorizzare la produzione cerealicola siciliana che negli ultimi anni ha perso il proprio valore – sottolinea Coldiretti Sicilia – . Le importazioni hanno deprezzato il grano siciliano che invece ha delle caratteristiche determinanti per la salute come la quasi assenza di micotossine.

Oltre al presidente della Coldiretti di Trapani, Vincenzo Cruciata, ai lavori parteciperanno Gaetano Cimò, dirigente generale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, Rosario D’anna del servizio fitosanitario regionale, Claudia Miceli Crea Scs, Filippo Drago alias “Molini del Ponte”, Giacomo Gagliano e Lorenzo Lafisca dell’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari del Ministero, Bernardo Messina e Giuseppe Russo del Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatore.

Palermo 30/01/2017
Coldiretti Sicilia

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