Si è svolta questa mattina davanti alla Corte d’appello di Palermo l’udienza del processo alle cosche trapanesi denominato “Golem 2”.
Tra gli imputati il boss latitante Matteo Messina Denaro al quale, per la prima volta, l’autorità giudiziaria ha riconosciuto il ruolo di capo dei clan di Trapani e Palermo.
Dopo l’assoluzione in primo grado, avvenuta nel mese di novembre del 2013, anche in sede di appello è stata confermata l’assoluzione per non aver commesso il fatto per l’imputato Leonardo Ippolito, grande soddisfazione per gli avvocati Francesco Messina e Giuseppe Scozzola.
Diverso invece il risultato della sentenza per gli altri imputati i quali sono stati condannati a pene più o meno alte rispetto al primo grado di giudizio. Dopo un’assoluzione in primo grado infatti, Giovanni Filardo, difeso dall’avvocato Vito Signorello è invece stato condannato in sede di Appello ad una pena di 12 anni e 6 mesi.
Confermate le condanne agli altri imputati: Matteo Messina Denaro, condannato a 10 anni per la partecipazione all’associazione mafiosa dal 2008 al 2009.
A 14 anni e 6 mesi era stato condannato l’imprenditore Giovanni Risalvato. Dieci anni la pena inflitta a Vincenzo Panicola, cognato di Messina Denaro, 12 a Maurizio Arimondi, 13 a Tonino Catania e a Lorenzo Catalanotto, 4 a Marco Manzo, 2 anni e 3 mesi a Nicolò Nicolosi.
AUTORE. Redazione