Giuseppe Gulotta, imputato al processo di revisione per la strage di Alcamo Marina in cui vennero uccisi due carabinieri il 27 gennaio 1976, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Gulotta era stato condannato all’ergastolo dopo 9 processi in via definitiva nel 1990. A consentire la riapertura del processo erano state le dichiarazioni dell’ex brigadiere dell’Arma Renato Olino, il quale aveva raccontato delle torture a cui Gulotta e altre 3 persone erano stati sottoposti per estorcere una confessione.
A fare il nome di Giuseppe Gulotta era stato Giuseppe Vesco, fermato con una pistola il 13 febbraio 1976. Quest’ultimo fu trovato morto nella sua cella in carcere nell’autunno successivo.
“Aspettavo questo momento da 36 anni” sono state le prime parole di Gulotta, lasciando finalmente da uomo libero il tribunale di Reggio Calabria. Alla lettura della sentenza, al termine del processo di revisione che si e’ svolto a Reggio Calabria, e’ scoppiato in un pianto, insieme alla sua famiglia. Accanto a lui c’erano gli avvocati Baldassarre Lauria e Pardo Cellini che lo hanno assistito durante l’iter giudiziario. “Spero -ha detto Gulotta parlando con i giornalisti- che anche per le famiglie dei due carabinieri venga fatta giustizia. Non ce l’ho con i carabinieri -ha precisato- solo alcuni di loro hanno sbagliato in quel momento”.
Giuseppe Gulotta, nonostante la complessa vicenda giudiziaria che lo ha portato a subire 9 processi pou’ il procedimento di revisione, non ha smesso di credere nella giustizia. “Bisogna credere sempre alla giustizia. Oggi e’ stata fatta una giustizia giusta”, ha dichiarato. Un ultimo pensiero va all’ex brigadiere Renato Olino, che con le sue dichiarazioni ha permesso la riapertura del processo: “dovrei ringraziarlo perche’ mi ha permesso di dimostrare la mia innocenza pero’ non riesco a non pensare che anche lui ha fatto parte di quel sistema”.
“Ci abbiamo sempre creduto e sono convinto che era la decisione piu’ giusta che la Corte potesse prendere” ha commentato l’avvocato Baldassarre Lauria, uno dei legali di Gulotta. ”A Gulotta – ha aggiunto Lauria – oggi non e’ stato regalato nulla, gli e’ stato riconosciuto un errore giudiziario che gli ha rovinato la vita”. In aula era presente anche l’avvocato Pardo Cellini, che commentato ”la giustizia ha trionfato davvero”.
Il legale ha ringraziato la Corte d’Appello per ”la correttezza che ha avuto nell’autonomia di pensiero, priva di ogni pregiudizio, e questo e’ fondamentale per la giustizia italiana”. La sentenza, ha concluso l’avvocato Cellini, ”apre un cono di luce importante su vicende alcamesi e siciliane che non hanno avuto una interpretazione finora corretta”.
AUTORE. Adnkronos/Ign
E come si può, avere fiducia in una giustizia che ti rovina l’esistenza? Ma chi lo ripaga ora questo signore,che è stato bollato come assassino e ha goduto dell’ospitalità non gradita dello Stato?
E quanti sono quelli che ancora sono vittime di una giustizia che non merita manco essere chiamata tale?
Con questio tipo di giustizia in italia, oggigiorno, essere coinvolti in fatti così spiacevoli, farsi decine di anni di carcere e poi essere assolti, conviene…c’è da pensarci…un risarcimento da 5/6 milioni di euro non glielo toglie nessuno…tanto a recuperarli sulle nostre schiene ci pensa Monti…
Sicuramente verrà presentata una richiesta di risarcimento danni a dir poco clamorosa.
Ai Ai.. oggi avere fiducia nella giustizia è un paradosso.
Risarcimento sara’ superiore ai 5 mln di euro, conosco gente che a seguito di assoluzioni per circa due anni di detenzione, gli è stato riconosciuto un indennizzo superiore a 1 mln di euro.
D’accordo con il Sig. Giuseppe, adesso, chi esce questi soldini? Noi poveri cittadini. I guai giudiziari sono purtroppo in continuo aumento, feroci assassini riconosciuti insani di mente e lasciati liberi al contrario di povera gente costretta a confessare fatti non commessi per coprire chissà chi o che cosa, c’è poco da fare, la politica è il vero cancro dell’Italia.
qui non è più una semplice questione di cattiva gestione della giustizia, qui si parla di persone che a tutti i livelli hanno preferito un innocente in carcere piuttosto che i reali colpevoli, Chiedetevi chi ci sta dietro. Chi ha tenuto le redini di questo gran calderone composto da forze dell’ordine, giudici e reali mandanti? Chi voleva quei due carabinieri morti?
solo io vedo del torbido in tutta questa storia?
Meglio un colpevole fuori che un innoccente in galera condannato ingiustamente “oltre ogni raggionevole dubbio”. Un’altro caso in cui la responsabilità civile dei giudici sarebbe consigliabile, costringendoli soprattutto a riflettere e lavorare di più, perchè lavorano pochissimo ed è noto a tutti gli italiani il loro scarso impegno e dedizione come “missione” dettata dai Codici.