L’impero economico del “re dei supermercati” nelle mani dello Stato che futuro per i dipendenti e per la città?
Non si spengono in città, i riflettori sulla maxi confisca avvenuta in danno all’ex imprenditore Giuseppe Grigoli. Definito prima, “RE” dei supermercati, poi “cassiere” di Matteo Messina. Ma per tanti castelvetetranesi era è rimane , “Pino”. Cosi lo chiamavano gli amici. Tutti quelli che spesso , la mattina lo aspettavano in contrada Strasatto, nella sede della sua ex’ azienda. Lui, offriva il caffè, era gentile con tutti e ascoltava tutti: chi cercava lavoro , chi non aveva i soldi per la spesa, o chi cercava solo consigli.
Anche alcuni politici andavano spesso a confrontarsi. Insomma, una sorta di sportello d’ascolto che per anni diede “speranze” o altro, a tanti castelvetranesi. Grigoli, per certi periodi fu considerato più “credibile” dei politici di turno. Negli anni della massima espansione imprenditoriale, gli proposero i suoi amici politici pure di candidarsi ma rifiutò.
Qualcuno ricorda anche i tanti buoni spesa dati a chi ne aveva bisogno. Diversi facevano la spesa gratis nei supermercati. Ma Grigoli che conosceva bene il sacrificio del duro lavoro e della gavetta e ricordava bene il mestiere “di lu sapunaru” non si risparmiò davanti alla possibilità di poter fare la bella vita. Amava le auto di lusso e anche le belle donne. Abile nel gestire l’attività commerciale, ma anche diverse relazioni amorose. Legato a forti principi tipici della Sicilia di una volta, non trascurò mai la sua famiglia.
Non ebbe figli maschi. Quattro ragazze, che fece studiare nelle migliori università italiane fino all’arresto del 2007. Aveva una passione sfrenata per le auto tedesche. Mercedes e Porsche erano per lui, un diletto irrinunciabile. Non ostentava superbia con gli amici e con i suoi collaboratori. Riconosceva i suoi limiti culturali. Ma era considerato “spertu” ,di quelli che già con gli occhi capiva tutto. E forse questo modus operandi lo fece apparire “interessante” al boss Messina Denaro. La vicenda Grigoli e sul rapporto con il super latitante molto rimane da chiarire: vittima o astuto complice?
Le carte processuali sono alla portata di tutti. Il resto della storia di certo, potrebbe ispirare Andrea Camilleri. Tanto rimane da capire nei rapporti possibili tra Grigoli e Messina Denaro. Due “sperti” finiti a dover fare i conti con l’abile commissario di turno ovvero, Giuseppe Linares. L’ex dirigente della questura di Trapani per anni lavorò per fermare il boss castelvetranese. Si è fermato solo a Grigoli. Sarebbe curioso sapere cosa avrà pensato Messina Denaro, all’indomani dell’inatteso trasferimento del suo acerrimo nemico, oggi in servizio a Napoli.
Sul caso potrebbe “indagare” il commissario Montalbano. Come dire: le incomprensibili alchimie delle istituzioni. Certo, Camilleri avrebbe usato altri aggettivi. Ma in questa vicenda non c’è Montalbano e la mafia, purtroppo, non è finzione. La realtà attuale è diversa, lo sanno bene i tanti lavoratori del gruppo Grigoli.
AUTORE. Filippo Siragusa
ricordate, spesso la cura di un cancro e’ piu’ mortifera del cancro stesso.
IL GIORNALISTA ANCORA METTE IN DUBBIO QUELLO CHE LA GIUSTIZIA HA GIA’ SENTENZIATO…?..: vittima o astuto complice?…BHOOOOO
articolo vergognoso.
fino a quando non la smetteremo di dipingere i mafiosi come brave persone, uomini da rispettare e ammirare, saremo sempre un passo indietro, e vittime della mafia.
Offriva il caffè, regalava buoni spesa… ma ci rendiamo conto che aveva fatto soldi con la mafia, quindi dietro quei caffè e buoni spesa c’era il sangue di gente innocente?
Sentire ogni volta certa gente che parla di lui con nostalgia perchè “dava lavoro a tantissima gente” è già abbastanza avvilente…
É un articolo scritto con furbizia, un pö per accusare, un pó per giustificare le gesta di un uomo che a mio avviso pochi conosco davvero. Lasciate in pace Pino Grigoli e la sua famiglia e concentratevi su quello che succederà domani: l’IVA al 22% vi dice qualcosa? ‘A me si, la vera mafia é lo stato!
Secondo me il giornalista ha solo “fotografato” com era visto il signor Grigoli nella comunità. Mi sembra un pezzo perfetto. Il giornalista riporta la notizia e da uno spunto di riflessione addirittura uno spunto di indagine: complice o vittima? Complimenti Filippo.
ottimo articolo… credo che chi abbia scritto sa scrivere, e ha dato una idea di quello che questa persona è stato, è, e forse poteva essere… siamo liberi di scegliere, lui, negli anni fondamentali, da “spertu”, ha scelto di “stare” con chi era più affidabile… e purtroppo lo Stato, in Sicilia, prima del ’92, non c’era, dunque poche scelte per uno “spertu”… Sembra un ragionamento cinico: lo è, si basa sulla considerazione di un periodo storico in cui non c’era mafia e stato contro, ma una sottile connivenza tra istituzioni locali e potere mafioso. Bisogna leggere al di là delle righe per capire il contesto: e comunque, concordo con il giornalista. Linares non è stato promosso, ma rimosso: un cacciatore di mafiosi così abile a Trapani poteva dare fastidio, visto che di mafiosi veri ne sono rimasti pochi… metti che ficcasse il naso su quella eminenza grigia della società civile che ha fatto business con la mafia!?
qualcuno riesce a tuffarsi nel mare senza bagnarsi?
forse lo “stato” nn si è bagnato ?
onore al merito!!!
Ogni qualvolta un siciliano riesce a mettere in piedi qualcosa, viene subito inquadrato come mafioso. I veri ladroni invece li chiamiamo onorevoli.
scusate non per essere a favore della mafia ma quella persona (pino) dava lavoro a migliaia di persone io vorrei vedere a questi che dicono offriva il caffè a tutti dava buoni spesa allora uno che aiuta la gente e un mafioso, quindi (LA CRISI LA VOGLIAMO NOI) POVERI IGNORANTI
Gli ultimi commenti fanno capire come questa terra non ha speranza…. siamo mafiosi dentro!!
Vorrei semplicemente dire a quelle persone che non hanno avuto la fortuna di conoscere il Signor Grigoli, che finiscano di fantasticare dietro a quello che la gente comune riesce a dire leggendo tra le righe preconfezionate, solo quando, non capendo effettivamente quello che vorrebbe dire, dice. L’articolo fatto dal Signor Siragusa, inquadra perfettamente la nobilità di un uomo nel rispetto del suo simile e che della sua capacità, ha fatto esperienza di vità . Il semplice fatto di potere dare un aiuto, in un paese come il nostro, sterile e pieno di invidia e di improduttività, rendeva il Signor Grigoli una persona nobilissima, priva di secondi fini alle persone aiutate. Credetemi solo chi ha conosciuto effettivamente nell’animo il Signor Grigoli può apprezzare le sue qualità e generosità di un uomo che, nella fabbrica della vita, possono definirsi rari. Ricordiamolo sempre per la sua semplicità, onestà, umiltà e soprattutto per l’accelerazione imprenditoriale che ha saputo dare alla nostra città nei confronti dei nostri vicini della provincia, che invidiavano questa realtà economica. Io non credo a tutto quello che è stato detto e scritto, tante volte le parole scritte, contrastano con la realtà. Tante volte l’invidia degli esseri umani porta ad una vendetta che solo chi deteniene il potere riesce a portarla a termine.
Quando c era lui…almeno si mangiava e si lavorava..con lo stato stiamo morendo di fame
..sono loro i mafiosiiii , ladri e truffatori