Norman Zarcone, è il dottorando che si tolse la vita lanciandosi nel vuoto dalla facoltà di Lettere dell’Università di Palermo, il 13 settembre del 2010, per protestare contro le baronie universitarie.
In questi giorni, il padre ha presentato un esposto alla Procura contro il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che aveva usato il termine di “choosy” per riferirsi ai giovani.
“Non è più concepibile -sottolinea Claudio Zarcone– che esponenti del governo continuino a usare tale terminologia (da ‘bamboccioni’ a ‘sfigati’, a ‘choosy’) riferendosi ai nostri giovani, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e professionale di un’intera generazione di talenti che non godono di particolari guarentigie o di un nome altisonante”. “In questo modo – continua Zarcone – mio figlio viene ucciso ripetutamente. Tutta la sua generazione (e non solo) viene delegittimata, frustrata e mortificata”.
Per il padre del dottorando l’affermazione del ministro “appare ingiusta e palesemente lesiva della dignità di tutti i giovani che, nonostante i titoli scolastici e accademici conseguiti con merito e profitto, maturati anche con grandi sacrifici, personali e familiari, non ottengono riscontro sociale e non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro”.
“Ciò che preme sottolineare è che Norman non era né un ‘bamboccione’ ne’ ‘choosy’ – aggiunge Zarcone -. D’estate faceva il bagnino in un circolo nautico di Palermo, 12 ore al giorno, per apprendere l’etica del lavoro e, soprattutto, per rendersi parzialmente autonomo. Col suo gesto straziante ha voluto mandare un messaggio preciso e diretto alle Istituzioni e alle giovani generazioni. Il messaggio – conclude – di non piegarsi alle logiche di potere, il messaggio di non genuflettersi mai, il messaggio di meritocrazia”.
(Adnkronos)
AUTORE. Redazione
Conosco personalmente Claudio e mi auguro che la cosa abbia un continuo. E’ stancante, nonché lesivo, assistere a tali giudizi su una generazione chirurgicamente fatta a pezzi. Ai ragazzi restano le briciole, e sono costretti a farsi la guerra anche per quelle.
una generazione in sicilia è stata distrutta e disintegrata senza briciole dall’articolo 23 ,infamia tutta sicilia, e colpevoli sia la classe politica e pure loro , gli articolisti,colpevoli di avere leccato troppo certa politicanti… questa classe politica chieda perdono per .l’articolo 23…