poliziaNella serata di venerdì scorso 19 giugno 2015, alle ore 19:50 circa, gli operatori della Volante in servizio di controllo del territorio sul turno serale, venivano avvisati dalla locale Sala Operativa delle segnalazioni pervenute da parte di più cittadini in merito alla presenza di una persona appiedata lungo il viadotto “Belice”, sulla S.S. 115 Sud Occidentale Sicula in direzione Sciacca.

Consapevoli di come tale viadotto sia stato nel tempo, a causa della sua rilevante altezza, tristemente teatro di numerosi suicidi, gli Agenti immediatamente si recavano sul posto, ove riscontravano in effetti la presenza di uno scooter parcheggiato e di un giovane, dell’età apparente di circa trent’anni, appoggiato al guard-rail, il quale alla loro vista minacciava di buttarsi nel vuoto.

Gli operatori arrestavano dunque il veicolo ad alcuni metri dal soggetto e, scesi dall’auto, cominciavano lentamente ad avvicinarsi, al fine di poter instaurare un dialogo che potesse chiarire le ragioni del gesto e fornire una chiave di lettura utile a poterlo far desistere dal suo intento.

Il giovane cominciava allora ad aprirsi con i due poliziotti, riferendo di essere in dialisi a causa di gravi problemi ai reni, di avere due figli e di vivere forti problemi in famiglia, legati anche alle sue condizioni di salute.

Considerata la gravità della situazione, gli Agenti instauravano con il soggetto una lunga conversazione, durata poco più di venti minuti, durante la quale adottavano ogni possibile cautela nel non agitare ulteriormente il ragazzo, visibilmente scosso. Lo stesso infatti a più riprese, nel corso del dialogo, manifestava un comportamento assolutamente confuso, fissando il vuoto, tremando vistosamente ed accennando più volte a scavalcare la protezione posta a margine della carreggiata.

Riusciti nell’intento di creare un legame col giovane ed avendo ottenuto che questi riacquistasse un po’ di calma, gli operatori riuscivano infine, approfittando di un breve momento in cui l’aspirante suicida si era allontanato di circa mezzo metro dal guard-rail, ad afferrarlo saldamente per le braccia e ad assicurare la sua incolumità.

Accompagnato in Ufficio, il giovane veniva identificato per G.F., residente a Campobello di Mazara. Lo stesso dichiarava di essere padre di due bambine molto piccole, avute dalla compagna convivente la quale, telefonicamente avvisata, giungeva presso il Commissariato pochi minuti dopo, in compagnia dei genitori di lui. Dai parenti intervenuti si apprendeva inoltre come lo stesso avesse già tentato ti togliersi la vita circa un mese prima, salvato anche in quella circostanza pochi istanti prima che accadesse l’irreparabile.

Sensibilizzati i familiari perché stessero vicini e offrissero il dovuto supporto al congiunto, lo stesso veniva infine affidato alle loro cure e riaccompagnato a casa.

Comunicato Stampa
Commissariato di Pubblica Sicurezza di Castelvetrano

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