Pochi fondi trasferiti a fronte di quelli incassati coi biglietti pagati. E difficoltà che si registrano ogni anno nel garantire i servizi all’interno dei parchi archeologici.
Gianni Pompeo, ex sindaco di Castelvetrano e candidato alle regionali nell’Udc, interviene sulla gestione degli enti parchi archeologici in Sicilia, prendendo proprio spunto dall’esperienza di Selinunte )il più grande d’Europa per estensione), che lui ha conosciuto bene da sindaco.
Tra i neo parchi archeologici nati in Sicilia l’unico che ha messo in atto la propria autonomia con gli organi di gestione è solamente quello di Agrigento – dice Pompeo – e non si riesce a capire perché la Regione non ha avviato l’iter per gli altri, lasciandoli al loro destino. Se la scelta dell’Amministrazione regionale è stata quella di istituire i nuovi parchi, è opportuno che questi abbiano la loro autonomia nella gestione.
Vanno rivisti, con le opportune correzioni, i meccanismi di autofinanziamento che diano la possibilità ai direttori di poter gestire i servizi necessari, a partire da una semplice discerbatura. È impensabile che a fronte di certe cifre che la Regione incassa dai biglietti venduti, ne vengano trasferite sul territorio una minima percentuale
Questo è un argomento che, come trapanesi, dovrà impegnarci in prima linea, vista la massiccia presenza di zone archeologiche d’interesse mondiale nella nostra provincia: Selinunte, Cave di Cusa, Segesta, Marsala, Pantelleria e i poli museali di Trapani e Mazara del Vallo.
AUTORE. Redazione
Trovo sempre molto interessanti i punti di vista di Pompeo. Approvo le sue posizioni sulla ferrovia, e l’iniziativa del distretto turistico selinuntino cui, ahimé, non aderisce Mazara, la mia città. Trovo perciò contraddittorio questo comunicato. Ora, capisco che, alle regionali, il collegio é provinciale, ma, concettualmente, che c’azzecca il parco di Selinunte con la provincia ( moribonda ) di Trapani? Nulla, e ha pure da perderci. Lo dimostra l’esperienza. L’A.P.T. di Trapani non ha mai avuto occhi che per San Vito Lo Capo in chiave di valorizzazione turistica. Che motivo avrebbe mai Selinunte di accodarsi al ‘polo museale’ di Trapani? Od anche al parco archeologico di Marsala? Chi viene in Sicilia attratto dall’archeologia lo fa, è comprovato, anche a costo di affrontare viaggi di migliaia di chilometri, per visitare Siracusa e Taormina ( 400.000 visitatori annui) Agrigento ( 200.000 ) Segesta e Selinunte ( 100.000 ).Seconde me, queste differenze sono una disfunzione legata al pessimo stato dei collegamenti in Sicilia, nonché ad una inadeguata informazione e promozione istituzionale, ancora sclerotizzata in termini di offerta ‘provinciale’. Selinunte non ha proprio nulla a invidiare a Siracusa ed Agrigento: in termini d’interesse archeologico può competerci alla pari. Ma perché competere, dico io? Non è meglio far sì che tutti i 400.000 visitatori di Siracusa si rechino pure ad Agrigento e Selinunte? O viceversa? Già che ci sono, in termini di omogeneità di proposta culturale, tantissimi potrebbero pure fare un salto a vedere il ‘satiro’, capolavoro della medesima età classica. Quanto a Segesta, si trova giusto di passaggio per ben 2 aeroporti. Molti, forse, salteranno Marsala e nessuno andrà a Trapani, ma ce ne faremo una ragione!
Manco a farlo apposta, ieri sono arrivati i Reali del Beglio: hanno attraccato con il loro yacht nel porto di Mazara e si sono diretti verso Est, a Selinunte. Probabilmente provenivano da Pantelleria, ove, secondo la stampa, si recano abitualmente, o vi andranno dopo. Peccato per il Satiro: oggi è a Londra!