OMICIDIO ANGELA STEFANI – Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura della Repubblica di Marsala, dal Giudice delle Indagini preliminari di Marsala, nei confronti di Vincenzo CARADONNA 47 enne, originario di Salemi accusato di omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere, e detenzione di ordigni esplosivi.

A mettere la parola fine alla vicenda della donna scomparsa lo scorso gennaio, ci hanno pensato i militari della Sezione operativa di Mazara del Vallo e della Stazione Carabinieri di Salemi, guidata dal Maresciallo Maggiore Calogero Salvaggio, che hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo nei confronti dell’ex compagno della Stefani Angela.

La donna, madre di due figli avuti dalla pregressa relazione con Rosario SCIANNA, pastore salemitano, era scomparsa da tempo e la circostanza aveva indotto l’ex compagno, all’inizio del mese di febbraio, a denunciarne la scomparsapresso la stazione carabinieri di Salemi, piccolo centro urbano della provincia trapanese, dal quale sono poi immediatamente partite le ricerche della donna.

L’imponente macchina delle ricerche, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala in sinergia con la Prefettura di Trapani, ha interessato vaste aree urbane e rurali, compresi laghi, fiumi e pozzi della campagna salemitana e dei comuni limitrofi ritenuti di interesse.

Per le complesse operazioni di ricerca, i carabinieri si sono avvalsi dei cani molecolari addestrati nella ricerca di persone scomparse,del supporto aereo degli elicotteri dell’Armacon cui sono stati battuti circa 300 ettari di terreno, dell’intervento di squadre specializzatedei vigili del fuocodi Trapani con cui sono stati ispezionati oltre venti pozzi di volta in volta segnalati e ritenuti di interesse per il ritrovamento del corpo.
Parallelamente alle imponenti attività di ricerca, sono state avviate articolate indagini di polizia giudiziaria.

I Carabinieri del RIS di Messina e della compagnia di Mazara del Vallo – su disposizionedella Procura della Repubblica di Marsala,diretta dal Procuratore Capo, Dottor Vincenzo Pantaleo – hannoeffettuato dei minuziosi sopralluoghidei luoghi frequentati dalla donnaprima della sua scomparsa, tra questi le abitazionidi via Verga e di contrada baronia nelle quali la donna aveva vissuto insieme al compagno Vincenzo CARADONNA. Entrambi gli immobili, infatti, vennerosequestrati per consentire al personale specializzato di effettuare gli accertamenti tecnico-scientifici.

Durante le indagini sono state ascoltate dall’Autorità Giudiziaria di Marsala e dai Carabinieri numerose personeche hanno permesso di riscostruire le ultime oredi vita della donna e che ne hanno messo in evidenza la personalità violenta del Caradonna.Massiccia l’attività tecnica mediante ausiliodi intercettazioni ambientali e telefoniche, e sistemi di video-sorveglianza, rivelatesi anche esse preziose per carpire fonti probatorie di assoluto pregio.

Per quanto concerne il sopralluogo giudiziario, determinante si è rivelato il lavoro svolto dai Ris che si sono avvalsi delle più moderne tecniche di esaltazione e repertamento delle tracce ematiche. In particolare, all’interno di un immobile in cui il Caradonna viveva con la donna scomparsa, è emersocome vi fosse stato un grossolano tentativo di bonificare l’ambiente del soggiorno, essendo state ripulite alcune zone presumibilmente interessate dall’evento violento.
Grazie all’utilizzo del luminol sono stati esaltati numerosi dettagli e repertate molteplici tracce ematiche appartenute alladonna scomparsa.
Grazie all’impiego della BPA – Bloodstain Pattern Analysis – i Ris sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’evento delittuoso, i punti di impatto che hanno originato quelle macchie e le traiettorie percorse dalle stesse.
In tal senso, è stato possibile stabilire che in quell’ambiente si era consumata un’aggressione violenta, a seguito della quale la Stefani avrebbe riportato delle gravi ferite con perdita di sangue. All’esito del sopralluogo giudiziario sulla scena del delitto, sarebbero almeno sei i colpi inferti alla donna.
Ulteriore fattispecie di reato contestata al Caradonna nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Marsala, è la detenzione di ordigni esplosivi artigianali costruiti dallo stesso caradonna e rinvenuti dai carabinieri della stazione di Salemi nella sua abitazione al momentodella perquisizionedella casa nei momenti successivialla denuncia di scomparsa.
L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Trapani

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