Riceviamo e pubblichiamo questa lettera che gli amici di Gaspare Allegra hanno scritto nel ricordo dell’amico scomparso. Il giovane avvocato castelvetranese è morto domenica 21 marzo per un incidente sulla Grigna Settentrionale, in provincia di Lecco, mentre si trovava in compagnia del fratello Francesco.
«Stretti in un silenzioso abbraccio virtuale, fisicamente lontani gli uni dagli altri, vicinissimi nella sofferenza, condividendo le stesse fitte al cuore, caro Gaspare noi siamo tutti qui. Queste parole sono per te. Siamo qui per ricordare ciò che hai rappresentato nelle vite di ognuno di noi. Amico. Fratello. Compagno. Sei stato una figura essenziale per chiunque abbia avuto la fortuna di averti al suo fianco.
Ci hai voluto bene, ci hai onorati come compagni di vita, rallegrati con la tua ironia, protetti come tesori preziosi. Hai arricchito le nostre esistenze. La tua, è stata un’amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande lealtà, di appassionata condivisione, di affetto schietto e disinteressato. Queste parole raccontano l’uomo che sei veramente. Così ti celebriamo amico caro, senza retorica, con onestà e dolcezza, e con la gioia che il tuo ricordo merita.
“Picciotti, ma dite vero? Amuní finitela. Non mi piacciono ste cose sentimentali”. Sì, ma stavolta sei costretto a fermarti ad ascoltare l’ondata di amore che vogliamo ti travolga per donarti il calore che ti è tanto mancato in questi giorni grigi, gelidi e solitari, perché è l’unico mezzo che ci hanno concesso. Perché le parole insieme alla libertà sono, forse, il più grande potere che abbiamo e che possiamo regalarti. Sprecarne anche solo uno dei due vorrebbe dire darla vinta alla mediocrità.
Vedi Gà, non capisci, tutto questo fa parte della magia che sei stato in grado di tracciare, tu da solo, nel cuore di ognuno di noi. Sei presenza, solarità, Amore, ironia, una carezza sull’anima. Sei fermezza oltre i pregiudizi. Sincerità dinanzi la confusione. Candita tenerezza. Indiscussa saggezza. Sostegno sicuro. Sei bellezza rara.
Ci hai offerto negli anni la vera essenza di un legame unico e oggi è un regalo che abbiamo il dovere e l’onore di restituirti. Perché tu ce lo hai insegnato con le milioni di parole dentro i tuoi infiniti monologhi, in sordina, delicatamente, nel tempo, senza forzature. Tu appartieni a una dimensione di autenticità e rivalsa che non esiste più.
Insieme a te va via un pezzo di noi, della nostra infanzia, della spensieratezza della nostra adolescenza, del sogno di vederci crescere ancora nello scorrere delle stagioni. Abbiamo il cuore in frantumi perché, a pensarci, sei stato davvero migliore di ciascuno di noi. Ti sei distinto in mezzo a tanti per rettitudine, educazione, carisma, nobiltà d’animo. Un vero gentiluomo. Un ragazzo, a tratti timido, dalle spalle forti e il cuore di un gigante. E per questo siamo stati sempre fieri di te.
E adesso, come faremo? Siamo impreparati dinanzi questa salita di dolore lancinante. “Dai picció, finitela, questa è una continuità sacra, una di quelle che non si spezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto. Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo, rimango presenza forte dentro il cuore di ciascuno di voi. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora. Nessuno toglierà dai cuori pezzi così importanti della nostra vita. E adesso ve la chiedo io una cosa a gran voce: non sbiadite il ricordo di tutto quello che siamo stati nella storia di questi anni incredibili. Restiamo vicini adesso che fa freddo, i muri sono alti e la vita è contraria. Statemi vicino. Sorridete e non dimenticate cosa vi dissi quel 9 aprile di 14 anni fa durante i festeggiamenti del mio compleanno: “Il mio più bel regalo siete voi”. E questo, qualunque cosa accada, non cambierà mai”.
Buon viaggio amico caro. I tuoi amici»
AUTORE. Redazione
Molti sanno che Gaspare era un personaggio comico di livello stratosferico, che se avessi avuto una telecamera a quel tempo
oggi sarebbe stato più che famoso.
Qui richiamo un piccolo aneddoto comico di me e Gaspare a Palermo.
Antefatto
Come molti di voi, che magari leggeranno questo commento, anche Gaspare nelle serate estive passate a Selinunte, quando al sabato si faceva l’alba, amava concludere la festa con colazione prima di andare a letto.
Ricordo che una volta siamo andati verso le 5 di mattina da Nino Panino .
Il panino di Aspano era una cosa che da palermitano suonava veramente strana: porchetta, mozzarella, cocktail di gamberi e polpa di granchio.
Lì per lì suonò un po’ azzardato ma poi, dopo averlo mangiato, mi parve delizioso. Il tutto per la modica cifra di 2,50 euro.
Parlo di circa 15 anni fa.
Fatto.
Un giorno settimanale, in periodo invernale, questa volta a Palermo, io e Gaspare, dopo aver studiato tutto il pomeriggio, credo al secondo anno, diritto romano, decidiamo di andare a mangiare un panino e ci rechiamo in una piccola panineria in centro, chiamata “al pazzo panino”.
Appena i suoi occhi si posarono sull’insegna, la mente partorì il piano ed io, ingenuo, non immaginavo proprio a cosa potessimo andare incontro.
Gaspare dice: a posto, andiamo lì.
Io replico, Ok non ci sono mai andato, vediamo.
Entriamo, rapido sguardo al menu affisso al muro e subito risposta fugace: mi scusi posso chiedere un panino inventato da me?
Il paninaro risponde: amunì!
Gaspare: Allora, porchetta, mozzarella, cocktail di gamberi e polpa di granchio.
Il paninaro lo guarda con l’aria abbastanza disgustata dall’intruglio appena sentito e replica: c’ah mietteri chiù nientt?
Penso fra me e me “meeeeeee, rivugghiu c’è”.
Io faccio a tempo solo a dire “Aspà secondo me non è cosa qui” ma vengo immediatamente stroncato dal suo sorriso…troppo tardi; il paninaro si era messo all’opera.
Io nel frattempo avevo chiesto un semplice quanto lineare cartoccio.
Tutti siamo stati studenti fuori sede, sappiamo quali sono i budget a disposizione e soprattutto le priorità.
Viene il momento di saldare il conto e il paninaro dice a Gaspare: il tuo viene 9 euro.
Qui entra in gioco il genio, la purissima comicità di Gaspare fatta di espressioni e battute.
Chi lo ha conosciuto sa sicuramente immaginare chiaramente in che modo e tono di voce abbia parlato.
“Miii ma allura veru pazzu è stu paninu, neee lassa stari”.
Facciamo a tempo ad uscire dalla panineria che sento urlare dietro di me: ‘nchia siti ru cosi inutili.
Usciamo a passo svelto, io avevo lasciato la mia parte sul bancone.
Il paninaro è rimasto col panino di Gaspare in mano.
Credo che abbiamo riso per almeno 2 ore di fila.
Ora che ripenso alla scena, come spettatore terzo, continuo a ridere, anche se una lacrima inevitabilmente si fa strada sul mio viso sorridente.
Ognuno di noi ha uno o più aneddoti che ci legano a Gaspare; questi sono ricordi eterni, non passeranno mai, MAI.
Gaspare era una persona ALLEGRA, di nome e di fatto, ed è questo che rimarrà di lui.