Anche stamattina, come quasi tutti i giorni, prima di dedicarmi alle mie faccende quotidiane, ho dato una sbirciatina ai principali quotidiani nazionali per farmi un idea attraverso le varie “campane” su cosa è successo nel mondo nelle ultime 24 ore ed una notizia pubblicata a pagina 17 del prestigioso “Corriere della Sera” attira la mia attenzione: “Sicilia, i sindaci cancellano Garibaldi”.
Penso: “Ma allora è vero, si vuole a tutti i costi gettare fango su chi viene acclamato come liberatore e combattente per la libertà dei popoli anche nel lontano sud America! Allora l’aver cancellato il nome dell’eroe dei due mondi dalla piazza principale di Castelvetrano, non è un fatto isolato!”.
Preso dalla bramosia quasi morbosa di sapere cosa è realmente successo nella nostra povera Sicilia, sfoglio una pagina dietro l’altra cercando l’articolo in questione ed immaginandomi nel frattempo l’espressione addolorata del povero generale se fosse stato con noi e dei prodi che dettero la vita in nome dell’Unità d’Italia.
Una volta trovato leggo che il sindaco di Capo D’Orlando, persona non certo pulita dal punto di vista giudiziario, decide di prendere addirittura a martellate la lapide con scritto il nome di Garibaldi, appoggiato da una certa schiera di pseudo intellettualoidi che appoggiano questo tipo di iniziative in nome di un indipendentismo che sarebbe oltre che irrealizzabile, la definitiva rovina del nostro popolo, senza un controllo di un potere centrale difatti tutto andrebbe a finire nelle fauci del mostro che tutt’ora divora gran parte delle risorse lasciando solo poche briciole alla povera gente!
Gongola anche Raffaele Lombardo, personaggio con trascorsi giudiziari da fare accapponare la pelle, che aggiunge: “Adesso bisogna cancellare Cavour il piemontese, qualche siciliano come Crispi che fece sparare sul suo popolo e Nino Bixio, il carnefice di Bronte……”
Lor signori si dovrebbero vergognare, in primis perché portando la fascia tricolore con queste buffonate da piazza (o meglio di bassifondi) insozzano il nome di tutti quei meridionali che hanno versato il proprio sangue in nome dell’Unità nazionale, in secondo luogo perché dimenticano che grazie a “Roma ladrona” (come dice il senatur, che percepisce dalla capitale un congruo stipendio) arrivano mensilmente nelle loro casse contributi e stipendi d’oro!!!
Sicuramente l’Unità d’Italia è costata violenza, devastazione e morte, ma mi risulta che anche negli Stati Uniti d’America l’unione delle due confederazioni è costata parecchio sangue, eppure nessuno osa insozzare il nome dei condottieri dell’una e dell’altra parte e la bandiera e l’inno nazionale sono considerati sacri!
Dopo l’Unità certamente saranno stati fatti numerosi errori nel cercare di rimediare alla cosiddetta questione meridionale, ma non dimentichiamoci però dell’interminabile fiume di denaro che da allora è pervenuto e che tutt’oggi arriva nel nostro sud Italia. Cosa ha prodotto questa immensa ricchezza che si è riversata sulla nostra terra, ma soprattutto cosa è cambiato per la gente comune?
Nulla (o quasi), questa è la terribile e glaciale risposta, purtroppo il seme che in altre regioni ha prodotto aziende, sviluppo e ricchezza, da noi è caduto in un terreno infestato. Ma da cosa?!
Presto detto, basta sfogliare i giornali e rendersi conto delle innumerevoli costosissime cattedrali nel deserto che negli anni sono sorte come funghi tra l’indifferenza generale, delle migliaia di truffe allo stato e alla comunità europea, delle generazioni di politici compiacenti o direttamente invischiati in affari loschi che hanno contribuito ad ingrossare buchi stratosferici nei bilanci della Regione Sicilia o anche di strutture pubbliche come sanità e trasporti ingrossando contemporaneamente il flusso di emigranti che lasciando beni ed affetti vanno ancora oggi a cercare futuro in altre terre (secondo uno studio pubblicato recentemente su un quotidiano, negli ultimi 10 anni circa seicentomila persone), o ancora per notare quei personaggi loschi che si professano politici nel nome del bene pubblico incorrotti ed incorruttibili e che poi scoperti con le mani in pasta vanno in pellegrinaggio in Cile ostentando religiosità e purezza, grondando in realtà ipocrisia da ogni poro e che in seguito, raccogliendo i frutti di ciò che è stato seminato in un passato non lontano vanno dritti dritti ad occupare i banchi del Senato della Repubblica Italiana!!!!
Questo è il nostro meridione purtroppo, smettiamola con questo vittimismo stupido ed infantile, chi è cagion del suo mal pianga se stesso!
Lasciamo riposare in pace gli eroi che si sono sacrificati per un nobilissimo ideale, non sporchiamo ancora di più questa bandiera che sotto i suoi colori unisce nel bene e nel male un popolo che con la sua cultura, i suoi valori, le sue tradizioni e la sua storia è stato spesso punto di riferimento di numerosi popoli nel mondo!
(Filippo Marino)
AUTORE. Filippo Marino