Molte persone sono ancora convinte che violando i Decreti 8 e 9 marzo 2020 si risolva il tutto con una sanzione pecuniaria amministrativa…Non è così! Vi sono conseguenze penali, e nel caso di condanna vi è l’iscrizione nel casellario giudiziale e nelle ipotesi più gravi il carcere. Se ci si trova lontano da casa senza giustificato motivo, si rischia un procedimento penale per inosservanza di un provvedimento dell’autorità (art. 650 c.p.). Un caso emblematico: si va a fare la spesa al supermercato sotto casa se è aperto, non si va al Centro commerciale.
Alcune Procure italiane stanno già valutando di applicare per l’emergenza Covid-19 una norma più dura dell’articolo 650, ossia l’articolo 260 del testo unico delle leggi sanitarie, che punisce chi non osserva un ordine “legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva”. Un reato che prevede una pena congiunta dell’arresto “fino a 6 mesi” e dell’ammenda fino a 400 euro. E che non è “oblabile” come invece l’altro reato, ossia non si può pagare per cancellarlo.
La norma penale (art. 650 c.p.) è volta a contenere la mobilità urbana (con macchina o a piedi) per ragioni di sicurezza pubblica e d’igiene (in questo caso) e dispone l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro per il trasgressore. Avverso tale prima disposizione penale si potrà ricorrere eventualmente in sede legale alla particolare causa di estinzione per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) o all’oblazione facoltativa ex. art. 162-bis c.p., da presentarsi prima dell’apertura del dibattimento o del decreto penale di condanna, con conseguente pagamento di una somma corrispondente alla metà del massimo dell’ammenda, pari ad euro 103, qualora ricorrano i casi previsti dalla legge e previa valutazione da parte del giudice sulla gravità del fatto in concreto (permane comunque l’annotazione nel casellario a disposizione degli organi inquirenti anche per i reati puniti con l’ammenda).
Quando vi sono i posti di blocco della Polizia, occorre collaborare e fornire un documento di identità e l’apposito modello di autocertificazione. Occhio a non dire il falso: se lo fate, potreste essere denunciati per falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495, primo comma, c.p.), che prevede la reclusione da 1 a 6 anni: es., se si compila il modulo affermando di essere nati a Bari anzichè a Castelvetrano (TP), oppure si dichiara l’uscita per comprare il giornale e poi si va a Selinunte. Infine, qualora abbiate parenti che provengano o siano stati nelle aree più colpite, si è invitati a farlo presente a mezzo autodenuncia agli organi competenti che provvederanno all’isolamento in quarantena nei luoghi adibiti. Nel nuovo modulo è poi stata inserita la voce “non essere risultato positivo” al Covid-19. Quest’ultima novella ha suscitato alcune perplessità poichè un soggetto potrebbe anche essere infetto, portatore della malattia, senza sviluppare i sintomi.
Tuttavia, se non avete osservato un quadro clinico che potrebbe ricondurre al Coronavirus, se non avete mai fatto il tampone o non siete precedentemente stati ricoverati in ospedale, basta dichiararlo nella massima buona fede all’Autorità giudiziaria. In caso contrario, se siete consapevoli di essere positivi al Virus e dichiarate il falso, potrebbe profilarsi una denuncia per epidemia di cui agli artt. 438, primo comma, c.p. e 452, primo comma, n. 2, c.p. Tali disposizioni penali prevedono la punibilità di chiunque diffonda germi patogeni con la pena all’ergastolo (se il fatto è doloso) o con la reclusione da 1 a 5 anni (se il fatto è colposo). In definitiva, lo Stato richiede in un momento così complesso un poco di solidarietà collettiva, mediante una serie di Decreti che sicuramente potevano essere scritti meglio. Tuttavia non è questo il tempo delle polemiche, per ora bisogna rinunciare (temporaneamente e sulla base di validissimi motivi, si badi bene) a parte della propria libertà di circolazione per poi godere tutti di questo diritto fondamentale dopo. Se non si comprende questo, vuol dire che non siamo un Popolo maturo. Buona giornata, e restiamo a casa, per il bene di tutti!
Articolo realizzato con la collaborazione del Dott. Nino Di Maio, Dottore di ricerca in Scienze giuridiche-Area penale
AUTORE. Redazione