Giorno 21 agosto 2013, alcuni rappresentanti del “Comitato Spontaneo” si sono recati in visita a S.E. il Prefetto ed alla sua famiglia insieme al Sindaco di Valderice, Mino Spezia, ed alla sua Giunta che gli hanno consegnato la pergamena della cittadinanza onoraria valdericina a S.E. il Prefetto Fulvio Sodano.
Con il conferimento di tale onorificenza, il Sindaco Spezia ha dato un importante segnale di legalità ai suoi concittadini…lo stesso segnale che, a Trapani, è sempre stato negato nonostante si chieda a gran voce da tanti, troppi anni.
Per questo motivo, stanchi del silenzio delle Istituzioni e delle inutili lungaggini burocratiche, abbiamo avuto il grande onore di conferire noi stessi a S.E. il Prefetto Sodano la cittadinanza onoraria trapanese a nome del popolo trapanese.
Fulvio Sodano concittadino onorario dei trapanesi onesti e perbene.
Comunicato Stampa del Comitato Spontaneo per il conferimento
della cittadinanza onoraria a S.E. il Prefetto Fulvio Sodano
Il presidio di Libera “Salvatore e Giuseppe Asta” ha protocollato lo scorso mese di febbraio, la proposta di conferimento della Cittadinanza onoraria a Castelvetrano al Prefetto Fulvio Sodano in virtù dei valori di onestà, dignità, legalità, giustizia e trasparenza che hanno segnato indelebilmente il suo percorso di uomo, cittadino e Prefetto.
Fulvio Sodano da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Fulvio Sodano (Napoli, 9 marzo 1946) è un prefetto italiano impegnato in Sicilia nella lotta alla mafia.
Laureatosi in giurisprudenza nell’aprile del 1970, nello stesso anno partecipa a un concorso pubblico (50 posti di Consigliere di Prefettura). Vinto quest’ultimo, viene assegnato alla Prefettura di Brescia e, un mese dopo, assume il titolo di capo di gabinetto (1972, durante gli anni del terrorismo). Oltre al ruolo di capo di gabinetto svolge quello di commissario straordinario in altri comuni della provincia.
Dal 1979 al 1981, Sodano è a Roma a ricoprire diversi incarichi ma nel 1982 viene richiamato a Brescia con le funzioni di Capo di Gabinetto e vi rimane per circa due anni, finché viene trasferito a Caserta per motivi familiari.
A Caserta rimane fino al 1990, in questa sede gestisce numerosi comuni tra cui Mondragone, Lusciano e Orta di Atella. Quindi viene trasferito a Palermo. Egli ha dunque conosciuto da vicino, sin dall’inizio della sua carriera, la follia del terrorismo (nel lombardo), l’omertà della camorra (nel napoletano) e le guerre di mafia (nel palermitano).
Oltre alle stragi di Capaci e di via d’Amelio vive anche la “primavera palermitana”, inoltre ricopre incarichi di commissario straordinari in alcuni comuni sciolti per mafia: Bagheria, Altavilla Milizia, Capaci subito dopo la strage, Palma di Montechiaro nell’agrigentino (quest’ultimo non per motivi di mafia) e vice-commissario straordinario a Catania. Intanto, a Palermo, ricopre ruoli superiori: vice-prefetto, vice-prefetto vicario. Mentre svolge la funzione di commissario a Bagheria arriva la nomina a Prefetto, quindi sarà a Trapani e, infine, ad Agrigento.
Il suo modo di lavorare e di impegnarsi nelle proprie mansioni gli hanno fatto guadagnare il soprannome di “prefetto del popolo”.
Si è speso particolarmente in questioni riguardanti i beni confiscati alla mafia e, a questo proposito, il 26 luglio 2003 ha stipulato la “Carta degli impegni libera terra Trapani”, documento che consente di velocizzare le procedure di confisca dei beni ai mafiosi e di incidere tangibilmente sull’impoverimento del loro patrimonio.