L’Etna è tornata in eruzione. Due fratture sub-terminali si sono aperte alla base del cratere Sud-Est e sul fianco nord-orientale del Nuovo cratere Sud-Est. Emergono due colate laviche al momento poco alimentate che hanno percorso poche centinaia di metri nella zona sommitale del vulcano attivo più alto d’Europa. Il tremore dei condotti magmatici interni ha raggiunto valori medio-alti e attualmente è in diminuzione. Il fenomeno è accompagnato da un’attività stromboliana dai crateri principali che però non impatta sull’aeroporto di Catania che è pienamente operativo. “Siamo all’avvio di una nova fase eruttiva dell’Etna – spiega il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera – che potrebbe finire presto o durare mesi. I fenomeni sono tutti confinati nella zona sommitale del vulcano e non costituiscono un pericolo per centri abitati e persone, ma bisognerà controllare i flussi di turisti nella zona per la loro sicurezza”.
Un’intesa attività strombolina sta caratterizzando la nuova fase eruttiva dell’Etna con l’emissione di una nube vulcanica dal Nuovo cratere di Sud Est, con ricaduta di cenere nel versante Nord Est del vulcano.

Le stazioni di monitoraggio dell’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv-Oe) hanno registrato, a partire dalle 21 di ieri un incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico che ha raggiunto il suo massimo alle 03:50 di oggi. Il fenomeno ha preceduto l’apertura, ad una quota di circa 3.150 metri, di una fessura eruttiva in corrispondenza della base settentrionale del Nuovo cratere di Sud Est dalla quale, a partire dalle ore 03:20, viene emessa una colata lavica che si sta sviluppando lungo la parete occidentale della desertica Valle del Bove. Il fronte lavico più avanzato di questa colata si attestava a circa 2.050 metri di quota. Dalle 05.35 la rete di telecamere di sorveglianza ha mostrato l’apertura di un’altra fessura eruttiva localizzata alla base sud-orientale del Nuovo cratere di Sud Est ad una quota di circa 3.000 metri. La fessura è interessata da una debole attività esplosiva e dall’emissione di una colata lavica che si sta espandendo lungo la parete occidentale della Valle del Bove in direzione di Serra Giannicola Grande, sovrapponendosi in parte sulla colata lavica del 24-27 dicembre 2018. Il fronte lavico più avanzato alle si attestava ad una quota di circa 2.260 metri.
Attualmente è in corso nella zona sommitale del vulcano un sopralluogo da parte del personale Ingv-Oe.- ANSA

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