Un gruppo di ospiti speciali è arrivato lunedì a Castelvetrano per un campo lavoro sotto la coordinazione dei referenti di Libera, Salvatore Inguì e Leo Narciso.
Le 12 persone, della la Coop. Lombardia, sono ospiti dell’immobile confiscato alla mafia, “Nido delle rondini”, che si trova a Triscina di Selinunte e viene gestito dalla coop. Sociale “Talenti”. Puliranno un terreno confiscato in contrada Canalotto e vi pianteranno degli ulivi, come era già stato fatto lo scorso anno.
Oggi giorno raccontano la loro esperienza sul blog del progetto “E!state Liberi”. Ecco cosa raccontano nel primo post..
Susanna, Daniela, Andreina, Eleonora, Antonia, Antonio, Daniele, Carlo junior e Carlo senior, Daniela, Stella e Gianni subito si crea un gruppo speciale. Siamo accomunati dall’entusiasmo di ciò che stiamo per vivere, un viaggio attraverso emozioni e suggestioni che solo un’esperienza di vita come quella del campo di lavoro di Libera sa trasmettere.
Vincenzo, il responsabile della Coop. Talenti, ci apre le porte di quella che per 1 settimana sarà la nostra casa, il nostro nido. Già lo sentiamo familiare, un luogo aperto dove, durante il pranzo, ci raggiungono amici di Libera, volontari di Associazioni e rappresentanti di comitati cittadini, persone che hanno storie da raccontarci, storie di soprusi, di denuncia, di rivalsa.
SALVATORE INGUI’ , referente provinciale di LIBERA TRAPANI ha guidato gli incontri e ci ha condotto attraverso le storie di persone che nella lotta alla mafia “ci hanno messo la faccia”. Incontriamo Filippo Cirabisi dell’Associazione LIBERO FUTURO, l’agronomo che ci guiderà nel lavoro nell uliveto, ognuno di noi pianterà un ulivo.
Nicola Clemenza, insegnante e imprenditore agricolo che ha denunciato il racket nel settore agricolo e ha saputo aggregare nella lotta alla Mafia 15 imprenditori costituendo l’associazione LIBERO FUTURO che fa riferimento alla Federazione Antiracket Italia; ha resistito anche di fronte a intimidazioni (nel giorno dell’inaugurazione di un consorzio di ulivi cultori contro il “cartello”, riconducibile al boss latitante Matteo Messina Denaro, di chi imponeva i prezzi delle olive, veniva dato fuoco alla sua macchina e alla casa in cui stavano moglie e figlia).
Melchiorre Romano accompagnato da giovanissimi soci del collettivo di LIBERTAREA un comitato cittadino di Campobello di Mazara che si è attivato perché venga messa in sicurezza la discarica di Contrada Campana Misiddi e perchè siano chiuse altre discariche abusive piene di amianto. Un pungolo, uno stimolo continuo alla società civile affinché prendano coscienza delle problematiche ambientali e della salute, che li riguardano da vicino.
Elena Ferraro – Imprenditrice nel Settore della Sanità che ha saputo denunciare un’esplicita richiesta di riciclaggio di denaro attraverso un sistema di fatturazioni per prestazioni sanitarie gonfiate fattole da Mario Messina Denaro, cugino del noto Matteo, boss latitante. Grazie anche alla sua denuncia si è sviluppata l’operazione di polizia denominata “EDEN” che ha visto arrestare 30 fra fiancheggiatori e familiari del boss, tra cui la sorella Anna Patrizia Messina Denaro. Oggi LIBERA è Parte Civile in questo processo, dove la mafia guarda negli occhi l’antimafia della corresponsabilità.
Tanti racconti che riconducono ad un concetto chiave nella lotta contro la mafia: solo un’azione in sinergia tra le associazioni, le Forze dell’ordine, la Magistratura, può essere un’efficace mezzo di contrasto alla criminalità organizzata, la mafia si deve sentire “accerchiata” da una società civile sempre più consapevole.
Alcune foto dei campi lavoro dello scorso anno
AUTORE. Redazione