Si sono svolte questa mattina le operazioni di trasferimento del giovinetto bronzeo, che era alloggiato presso la Casa del Viaggiatore, all’interno dell’Acropoli, presso il Parco Archeologico di Selinunte.
Già dal pomeriggio di oggi sarà possibile vederlo all’interno della sede naturale del Museo Civico sito in via Garibaldi.
A seguire le operazioni di trasferimento oltre ai funzionari comunali e l’assessore ai servizi culturali, Avv. Giusy Etiopia, anche il direttore del parco Archeologico di Selinunte, Dr. Enrico Caruso e la dirigente della sezione per i beni archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali di Trapani, dr.ssa Rossella Giglio.
L’Efebo era stato temporaneamente trasferito, il 23 ottobre dello scorso anno, presso la casa del viaggiatore per essere esposto nell’ambito della mostra“Selinunte accende lo spirito dell’arte greca in Sicilia, precorrendo la via dei Mulini e la Regia trazzera” che era stata ideata e curata dal consulente del Sindaco per la rivalutazione e la riqualificazione culturale del territorio, Dr. Emerico Amari, ed in quella occasione era stata assegnata dal Sindaco la cittadinanza onoraria alla Dr.ssa Martine Fourmont, l’archeologa francese che ha dedicato grande parte della sua vita e dei suoi studi al nostro territorio e per i nostri tesori archeologici. L’evento allora ebbe anche l’alto patrocinio di Expo 2015, e dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana, dal Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa ed è stato sponsorizzato dalla compagnia di assicurazioni Willis Italia.
Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati raggiunti da questa trasferta del nostro amato Efebo – ha detto il Sindaco- i dati aggiornati al 15 settembre 2016 dicono che 79.471 visitatori hanno ammirato il nostro splendido bronzo, secondo i dati ufficiali forniti dal Parco Archeologico di Selinunte, un incasso pari ad euro 34.370, sono la migliore risposta per coloro che hanno osteggiato questa scelta.
Basta fare un semplice raffronto per dire che i visitatori del museo civico sono stati circa 11 mila in quattro anni, per certificare il successo della nostra iniziativa. Ho ancora negli occhi le critiche feroci da parte di molti detrattori per quella che veniva considerato quasi come uno scippo alla nostra città. Ringrazio il Dr. Amari che ha creduto con forza in questo progetto e voglio ricordare altresì che abbiamo sempre specificato che si trattava di un evento unico e limitato nel tempo e che l’Efebo sarebbe tornato presso la sua collocazione naturale. Da oggi sarà possibile per i cittadini e per i turisti tornare ad ammirarlo e domenica, nel corso dell’evento nazionale Famiglie al Museo, mi auguro che siano davvero in tanti a dargli il bentornato.
Il nostro Efebo è uno dei reperti archeologici più importanti e famosi dell’antichità e già nel passato aveva viaggiato per il mondo in occasioni particolari, ed è stato ammirato da Shangai ad Atene, da Londra a Venezia, ma incredibilmente non era mai stato esposto all’interno del Parco Archeologico di Selinunte.
Nota esplicativa
Sui numeri non sono ammesse discussioni e bastano queste cifre per chiarire ogni dubbio, secondo i dati ufficiali del museo civico le visite
nel 2012 le visite al museo sono state 2.002,
nel 2013 2.008,
nel 2014 si è registrato il record di oltre 4.000 presenze
e nel 2015, dati aggiornati al 8 ottobre 2015, prima del trasferimento dell’Efebo,
3.418 presenze,
quindi 11.428 presenze in quattro anni
Dati Casa del Viaggiatore con la presenza dell’Efebo
da ottobre a dicembre 2015 ingressi gratuiti 6.648 a pagamento 902 per un totale di 7.550 ingressi ed un incasso di euro 3.608,00
da gennaio 2016 al 15 settembre 2016 ingressi gratuiti 63.356, a pagamento 8.565 totale
71. 921 per un incasso di euro 30.762,00
Quindi 79.471 presenze in meno di un anno, dati aggiornati al 15 settembre 2016
il mese con il record di ingressi è stato quello di agosto 2016 con 14.855 ingressi gratuiti e 1.339 a pagamento
poi al secondo posto il mese di aprile 2016 con 10.089 ingressi gratuiti e 820 a pagamento
ed al terzo posto il mese di maggio 2016 con 9.645 ingressi gratuiti e 1.367 a pagamento
AUTORE. Redazione
Vi verrebbe da dire… ma nessuno paga? come mai così tanti ingressi gratuiti a fronte di pochissimi che pagano?
Poiché sono tra coloro che a suo tempo hanno osteggiato questa iniziativa, faccio pacatamente rilevare che:
1.L’idea di portare l’Efebo a Selinunte, come a suo tempo fu solennemente annunciato (cfr.http://www.castelvetranoselinunte.it/lefebo-esposto-a-selinunte-per-tutta-la-durata-dellexpo/68609/#testoarticolo), avrebbe avuto un senso se effettivamente fosse stata connessa alle manifestazioni dell’Expo, con un programma di contorno che, ad esempio, richiamasse il tema del cibo, con riferimento alle risorse del territorio, laddove, invece, tale trasferimento è stato effettuato (utilizzando fondi comunali e sponsor) proprio in coincidenza della chiusura della manifestazione milanese, e senza alcun collegamento tematico con essa;
2.Risulta oscuro il nesso, richiamato nelle delibere comunali, che intercorre tra il reperto selinuntino con la “regia trazzera” e con la cosiddetta “via dei mulini”; realtà del tutto avulse, sia tematicamente che cronologicamente, con l’Efebo; la cui sede, dalla sua scoperta in località Galera Bagliazzo, è stata storicamente quella della città di Castelvetrano, nella quale – dopo annose vicende, un lungo braccio di ferro con l’Amministrazione regionale e l’impiego di ingenti risorse comunali per adeguare il locale Museo – è stato riportato nel 1997. Ricordo, in ogni caso, che Selinunte non era toccata da alcuna “regia trazzera” né tanto meno da nessuna presunta “via dei Mulini”, giacché si raggiungeva da Castelvetrano dalla via della Torre di Polluce (odierna via Errante), come qualunque antica carta topografica ampiamente dimostra, e come ha diverse volte ribadito il rag. Enzo Napoli, profondo conoscitore del territorio;
3.L’iniziativa è rimasta avulsa da un chiaro programma storico-scientifico (nelle delibere, si parla genericamente di una fantomatica mostra, senza accennare ai temi e ai contenuti di essa, a parte la presenza del “giovane figlio di Zeus”, definizione già per sé discutibile, se attribuita al nostro Kouros, ricavata di peso da Wikipedia) e, comunque, non è stata supportata da una efficace campagna di promozione pubblicitaria: Non una brochure, non un manifesto, non una trasmissione, non un convegno. Niente di niente, a parte la visita del senatore Schifani, giunto addirittura dopo un “sapiente lavoro diplomatico” (testuale, dal comunicato ufficiale del Comune!) Nello stesso sito ufficiale del Comune per mesi non si è data notizia della presenza dell’Efebo a Selinunte, come giustamente ha fatto notare, in una piccata nota di protesta al Sindaco, la preside di una scuola media di Palermo che, fidando proprio sui dati ricavati dal sito comunale, è venuta coi suoi alunni al Museo Civico senza trovare il reperto.
4. Quanto ai numeri, essi vanno citati tutti. Dunque: di fronte a 118.904 presenze di paganti per un incasso di € 311.678 (ultimi dati disponibili sul sito della Regione Siciliana), appena 8.565 sono stati i visitatori che hanno scelto di vedere l’Efebo, mentre il resto è costituito da ingressi gratuiti. Il dato impietoso è poi quello relativo a quanti si sono avvalsi dell’opzione di visitare col medesimo biglietto il Museo Civico di Castelvetrano, che era una delle motivazioni addotte a giustificare l’evento: poche decine. Ancora più impietoso il risultato economico dell’operazione, giacché l’incasso di circa 30.000 € (di cui il Comune percepirà solo una percentuale) non copre quanto la civica amministrazione ha dovuto approntare per l’adeguamento dei locali della Casa del Viaggiatore e per le spese di trasporto e assicurazione. Tanto meno appare documentato un maggiore afflusso di turisti paganti a Selinunte che, dopo i primi giorni, si è mantenuto nella media annuale di sempre, come il sullodato rag. Napoli, con la sua riconosciuta acribìa, ha scrupolosamente dimostrato.
5.Osservo, infine, che le risorse, ancorché non comunali, impiegate per il detto trasferimento avrebbero potuto essere più efficacemente utilizzate, per un articolato programma di promozione del territorio. Mi permetto di osservare in proposito che, a causa dell’asserito mancato reperimento di risorse onde stipulare una polizza di assicurazione trasporto, giace ancora a Trapani, presso la Soprintendenza, la bellissima statua della Madonna dell’Itria, già restaurata da anni e per la quale, a suo tempo, era stato annunciato il suo ritorno a Castelvetrano; come del resto si era fatto per il Trittico di San Gandolfo e per il quadro di San Francesco da Paola, restituiti alla chiesa dell’Annunziata, o per il palliotto cinquecentesco di fra’ Pietro da Mazara riportato ai Cappuccini. Faccio ancora presente che, nonostante un carteggio tra Comune e Ministero dell’Interno, proprietario della fabbrica, rimane chiusa la bellissima chiesa del Carmine, oggetto di un sapiente restauro, i cui effetti si stanno purtroppo perdendo.
Detto questo, esprimo il mio compiacimento per il ritorno a casa del nostro “Pupo” e auguro che allo stesso modo tornino presto la Stadera bizantina e i rostri romani.
Non ha senso paragonare i dati degli ingressi dei paganti del piccolo museo civico con quelli complessivi (paganti + gratuiti) della casa del viaggiatore, nel più grande parco archeologico d’Europa. Se in un anno coloro che hanno scelto, su centinaia di migliaia di visitatori, di vedere l’Efebo, sono stati appena 8000 (in questo caso il raffronto va fatto sui paganti e non sugli ingressi totali) con un incasso di appena 34.000 €, il flop è totale, altro che successo. Restano, in ogni caso,come giustamente è stato osservato, tutte le perplessità sull’aspetto culturale e scientifico dell’iniziativa. L’operazione intelligente doveva essere pensata alla rovescia, capire cioè come, servendosi anche dell’Efebo, convogliare parte del flusso di visitatori del parco verso il centro storico di Castelvetrano.
a prescindere dal voler analizzare i risultati in termini di affluenza e di incassi, ritengo anch’io che l’aver portato in “vacanza” l’efebo alla casa del viaggiatore sia stato un insuccesso e chi ne ha pianto le conseguenze maggiori è stata Castelvetrano ed il museo civico, che senza l’Efebo ha perso interesse e quindi pubblico. (per onestà bisogna anche dire che Castelvetrano ha avuto un maggior flusso turistico specialmente per i fine settimana grazie alla Chiesa di San Domenico). Anche le motivazioni storiche che hanno portato a tale decisione, legate anche all’Expo 2015, mi sembrano inconsistenti, ed in questo propendo per l’analisi fatta dal Prof.Francesco Saverio Calcara. Mi auguro che oggi attorno all’efebo tornato a casa si pensi ad un progetto che veda Castelvetrano sede di un Museo selinuntino, anche in una sede più adeguata (Penso all’attuale sede del Liceo Classico) e che vengano riportati a casa gli importanti reperti selinuntini sparsi nei vari musei (palazzo Abatellis), e penso anche che i nostri amministratori dovrebbero avere maggiore attenzione per gli immobili storici della nostra città in totale abbandono o alcuni destinati per finalità che sono in antitesi con la vocazione turistica che tanto decantiamo e auspichiamo (vedi per esempio palazzo Guidera, Palazzo Pignatelli, ex conservatorio delle orfane in San Giacomo, chiesa del purgatorio, fontana della Ninfa ecc), noi cittadini tutti dovremo infine cambiare atteggiamento, ed avere maggior rispetto per questa nostra bella ma sfortunata città.
Sottoscrivo pienamente quanto scrive Francesco Saverio Calcara. – Aggiungerei che la Porta di mare (arco Garibaldi) dovrebbe essere restaurata, per rimettere quanto meno a posto le parti cadute e mancanti, e che ci si dovrebbe occupare anche della Vasca selinuntina, in pietoso stato di abbandono (che, per quanto in territorio di Partanna, è di proprietà del Comune di Castelvetrano, e che rappresenta una testimonianza archeologica importantissima).
Quanto riportato nei precedenti commenti è assolutamente condivisibile; ma l’operazione si può definire in perdita anche dal punto di vista economico, giacchè il Sindaco ha ( volutamente?) omesso di elencare i costi sopportati dalla comunità (si parla di diverse migliaia di euro solo per il trasporto).
Sarebbe interessante sapere quanti fra coloro che hanno scelto di visitare Selinunte siano stati attratti dalla presenza della statuetta bronzea o piuttosto dall’attrattiva di visitare il parco gratuitamente ( così come tutti i musei nazionali!) la prima Domenica del mese.
Non va sottovalutata, infine, la perplessità manifestata da alcuni studiosi su possibili danni causati dalla salsedine sulla statuetta.