Ecco le parole di Giovanni Patti e di sua moglie Giusy che si trovavano con i propri figli Andrea e Sara sulla Costa Concordia, quel maledetto giorno.

Abbiamo avuto paura di morire assieme a quelle cinquanta persone che si trovavano sulla scialuppa di salvataggio della Costa Concordia, rimasta sospesa nell’aria per circa mezz’ora.

Una esperienza drammatica che adesso possiamo raccontare ma che ci segnerà per sempre… Mentre ci trovavamo al quarto piano al self service verso le 21,30 abbiamo sentito un forte boato. E’ andata via la luce e per terra sono cadute sedie, tavoli, piatti, il pavimento si subito bagnato e la nave ha cominciato leggermente ad inclinarsi. Noi passeggeri abbiamo cominciato a capire che era successo qualcosa di grave mentre dagli altoparlanti qualcuno provava a rassicurarci.

Tutti chiedevano spiegazioni ma il personale quasi tutto straniero non capiva una parola d’italiano. Pensavamo nel buio di avere urtato un mercantile e che il contenuto della nave si fosse spostato su di un lato, visto che dagli altoparlanti continuavano a dire che avremmo ripreso la navigazione anche con un motore in meno.

Poi improvvisamente abbiamo sentito le sirene e allora lì abbiamo capito che era successo qualcosa di grave veramente. Alla fine non mi sono perso d’animo e sono corso giù a prendere i giubbotti di salvataggio e ho portato i miei all’interno della scialuppa.

Alla fine ce l’abbiamo fatta e grande è stato l’aiuto degli abitanti che ci hanno dato subito assistenza

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