Aggrediti dal “branco” mentre erano sulla spiaggia di San Lorenzo, alle porte di Pachino, perché avevano protestato nei confronti di un ragazzino che scorazzava con la moto sulla sabbia a pochi metri da dove stavano prendendo il sole assieme ai due figli, uno dei quali di pochi anni.
Vittime una giornalista della redazione toscana della Rai e il compagno, un giornalista-autore catanese del programma ‘Chi l’ha visto’. Ad avere la peggio è stato quest’ultimo che si trova adesso all’ospedale di Noto in osservazione per una sospetta frattura ad un braccio. In ospedale è finito anche un poliziotto, libero dal servizio, che si trovava in spiaggia assieme alla moglie e al figlioletto di pochi mesi e che visto quel che stava accadendo ed è subito intervenuto.
L’agente è stato colpito al volto probabilmente con una bottiglia rotta e ha riportato una vasta ferita al volto e una sospetta frattura della clavicola. Il “branco” subito dopo l’aggressione si è dileguato ma senza riuscire a fare perdere del tutto le proprie tracce. Attualmente negli uffici del commissariato della polizia di Pachino ci sono una decina di giovani dei quali si sta verificando la posizione. Gli investigatori – indagano polizia e carabinieri – ritengono che tra di loro vi possano essere anche gli autori materiali del pestaggio.
“Abbiamo invitato un ragazzo a smetterla di passarci vicino con la moto mentre eravamo in spiaggia. Pensavamo che fosse tutto finito ma poco dopo sono arrivati almeno dieci ragazzi con bastoni da ombrellone e bottiglie spaccate. Ci hanno accerchiato e hanno cominciato a colpirci“.
E’ ancora sotto chock la giornalista Rai, Costanza Mangini, mentre racconta l’aggressione subita in spiaggia assieme al compagno. “In nostro aiuto – aggiunge – è giunto un bagnante, che era con la sua famiglia poco distante; è stato l’unico a venire in nostro aiuto a parte un uomo, assai più anziano, che alla fine ha provato ad allontanare quella banda di teppisti. Ci hanno colpito con violenza: il mio compagno ha ora un braccio spezzato, il poliziotto è stato colpito al volto e alla clavicola, io sono stata presa a bastonate a un fianco”. Aggiunge la giornalista: “Abbiamo urlato loro di andare via perché avevamo con noi dei bambini, ma hanno continuato a colpire. Ho subito chiesto aiuto chiamando i carabinieri al telefono ma le mie ripetute richieste di soccorso per oltre un’ora sono finite nel vuoto e non riesco a capirne il motivo: la pattuglia è giunta quando il gruppo era ormai andato via ed era stata intanto allertata pure la polizia. Sono stati momenti drammatici, di autentico terrore. Un’esperienza davvero allucinante”.
fonte. ANSA
AUTORE. ANSA
Questa è la nostra legalità e la nostra civiltà!
Tutti hanno visto e quasi nessuno è intervenuto, chissà quanto dei presenti avranno partecipato a fiaccolate per la legalità e contro la mafia e chissà quanti lettori faranno spallucce senza lasciare un messaggio di condanna e magari criticare quanto sto scrivendo. La nostra Sicilia continuando così non andrà mai da nessuna parte, se la gente non è stata capace di cacciare via una banda di quattro delinqenti cretini in moto sul pubblico demanio, come potrà mai battere i mafiosi?
Saluti
MI VERGOGNO DI ESSERE SICILIANO!!!!!!
Un episodio simile legato alla cultura del sentirsi “ padroni” in una casa di “ tutti” è successo pure alla sottoscritta nella spiaggia di Triscina,dove non è infrequente trovarsi di fronte a partite di calcio giocate sulla spiaggia al di là dei cordoni che delimitano i lidi. La pallonata è arrivata all’improvviso da una banda di ragazzini,mentre sdraiata prendevo il sole. Ho protestato con i genitori i quali si sono messi a ridere,dicendomi che potevo pure spostarmi,tra la curiosità e l’indifferenza dei molti. L’episodio ovviamente meno grave di quello pubblicato fa parte comunque di una inciviltà radicata,di una “sicilianità”balorda che fatica ad assumere connotazioni di “rispetto “ per gli altri,di “osservanza alle regole”di “ cura “ per il bene comune,fatte salve le eccezioni. La violenza del branco è misura di un atteggiamento che vuole intimorire nella logica del “ io posso fare tutto e tu devi tacere”,spia pericolosissima di una crescita in direzione del sopruso e della attitudine a delinquere. Da siciliana non posso che vergognarmi per l’ennesima volta di questo orribile biglietto di presentazione e chiedere scusa a Costanza Mangini,al suo compagno,ai bambini che avevano con sé.
Maria Antonietta Garofalo
Calma ragazzi, qua non c’entra nulla la Sicilia e l’essere siciliani, episodi come questo possono accadere e accadono dappertutto, solo che se accadono in Sicilia fanno più rumore. Purtroppo è vero quanto dice Filippo Marino: “se la gente non è stata capace di cacciare via una banda di quattro delinqenti cretini in moto sul pubblico demanio, come potrà mai battere i mafiosi?”. E’ inutile appellarsi alle Istituzioni e alle forze dell’ordine per la lotta alla mafia, un comportamento come quello degli “spettatori” di quest’aggressione è da definirsi “mafioso” a tutti gli effetti……
Poi appena un poliziotto prende a schiaffi un ragazzo di questi, subito giornalisti, televisione e tutta la gente ipocrita se la prendono con la polizia che è violenta… ecc.. ancora non abbiamo capito niente, oppure, facciamo finta di non capirlo, che con i giovani viziati di oggi, ci vogliono solo le maniere forti, questi fenomeni si potranno contrastare solo con lavori forzati, carcere duro e mazzate!!!!!!
gentaglia da buttare nel cesso e tirare acqua e acido