“La latitanza di Matteo Messina Denaro denuncia le altre latitanze che ci sono state in più di 30 anni. Latitanze politiche e sociali che l’ hanno resa possibile”. E’ questo uno dei passaggi dell’intervento di don Luigi Ciotti oggi alla trentesima Giornata nazionale della memoria e dell’impegno per le vittime di mafia celebrata a Trapani. “Oggi il vento della memoria semina giustizia – ha detto il fondatore dell’associazione Libera – voi tutti non chiedete celebrazioni ma un impegno concreto, ossia chiedete di trasformare un passato di memoria in etica presente con condivisione e responsabilità”.

Poi don Ciotti si è rivolto ai familiari delle vittime di mafia seduti in prima fila: “L’80% di voi non conosce la verità – ha detto – eppure non dimentichiamo che le verità passeggiano per le vie delle nostre città. Senza verità non si può costruire giustizia e la verità non può andare in prescrizione”. Per don Ciotti “le mafie non godono solo di un sostegno attivo ma anche passivo e si rafforzano se non ci mettiamo la nostra faccia, il nostro impegno. Se non lo facciamo diventiamo complici”. Poi un passaggio sui mancati investimenti in ricerca, sui giovani: “Questo mondo non è per i giovani ma loro sono per il mondo, loro sono i nostri semi di giustizia e democrazia. Molti giovani italiani vanno via e la politica non si interessa di loro”. Don Ciotti ha aggiunto: “L’Italia e un paese non ancora del tutto libero. Gli avversari alla libertà si chiamano corruzione, mafia, povertà, abuso di potere. E noi dobbiamo liberarci da questi avversari. Abbiamo bisogno di più umanità, fermare la corsa agli armamenti, fermare il capitalismo e la devastazione della casa comune”.

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