Sono passati ormai più di 36 anni dalla legge che introdusse i divorzi in Italia.

Vent’anni fa le tempistiche per i divorzi consensuali erano molto più lunghe, ci volevano ben 5 anni per ottenere il divorzio. Allora si comprese che i lunghi tempi che intercorrevano tra separazione e divorzio allontanavano ancora di più i coniugi piuttosto che riavvicinarli creando in questo modo difficoltà e furibondi litigi che nuocevano sia alla coppia che agli eventuali figli.

Si decise così, nel 1989, per il decorso triennale sempre riguardo il divorzio consensuale.
Tale decorso è ancora troppo lungo e troppo lungo in confronto agli altri paesi.

Le statistiche europee infatti dimostrano che in altri Stati su cui non pesa il Vaticano come invece avviene in Italia, le tempistiche sono molto più brevi, di seguito alcuni dati emersi dal rapporto della Commissione Europea:

Italia: 634 giorni per ottenere il divorzio
Francia: 447 giorni
Portogallo: 325 giorni
Germania: 321 giorni
Spagna: il tempo necessario per divorziare oscilla tra i 90 i 180 giorni.


Ridurre i tempi può sicuramente portare ad una pace riflessiva, sia per i coniugi che per gli eventuali figli. Nessuno vieta comunque ad una coppia divorziata di risposarsi nuovamente dopo il divorzio.
L’arrivo del divorzio, quando non vi è più motivo di restare insieme, porta, nonostante il dramma, stabilità nella vita di tutti i componenti familiari perché si pone fine ai litigi per l’affidamento effettivo dei figli, tempi di visite dei figli, compenso per il mantenimento dei figli, dimora effettiva di entrambi i coniugi e dei figli, divisione effettiva dei beni… questi sono i principali motivi di litigi estenuanti della coppia che affronta un divorzio.

Va anche tenuto presente che i tempi possono variare in base al tipo di divorzio che i coniugi “scelgono”, il divorzio congiunto è una procedura meno dispendiosa che si conclude in tempi minori (al momento non meno di 3 anni). Per il divorzio giudiziale i tempi possono essere davvero molto lunghi, fra una causa e l’altra possono passare mesi e i tempi possono anche protrarsi per più di 10 anni.

E’ stata depositata una proposta di legge congiuntamente da esponenti di PDL e PD (Marcello De Angelis e Maurizio Paniz del Popolo della Libertà e Sesa Amici del Partito Democratico) che ha lo scopo di ridurre le tempistiche dei divorzi da 3 a 1 anno nel caso vi sia un consenso dei coniugi, oppure due se la coppia ha anche figli piccoli per evitare una rottura troppo traumatica per loro. Previsto anche lo scioglimento del regime di comunione dei beni nel momento in cui il tribunale autorizza i coniugi a non coabitare più.
Ma i tempi di approvazione sembrano sempre più incerti.
Il provvedimento era in Commissione Giustizia alla Camera nel settembre 2010. Doveva quindi essere votato dall’Aula e passare al vaglio del Senato. Ad oggi (ottobre 2012) non ci sono aggiornamenti.

E’ noto l’ostruzionismo del mondo cattolico secondo cui il divorzio breve mina la stabilità delle famiglie. Ma è anche nota l’attività della Sacra Rota (tribunale ecclesiastico che permette alle coppie di dichiarare nullo –come se non fosse mai avvenuto- il matrimonio religioso).
La cosa paradossale è che ciò viene accettato anche dai tribunali italiani, questa pratica permette anche di non pagare gli alimenti all’altro coniuge. La Cassazione ha peraltro recepito senza obiettare sentenze di nullità della Sacra Rota in caso di nozze non procreative e in caso anche di infedeltà solo teorica. Ciò fa in modo che tantissimi coniugi si rivolgano alla Sacra Rota producendo un giro d’affari non indifferente

Eppure le statistiche raccontano che i tre anni di separazioni oggi previsti in Italia assai raramente hanno portato una coppia a recuperare il proprio rapporto perduto. E invece questi mille giorni altro non sono spesso che un lungo interregno di sofferenze e attese, e a farne le spese sono quasi sempre i figli costretti a vivere in un ambiente di disamore e conflitti per 3 lunghi anni.

di Helene Benedetti
per Informare per Resistere

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