Anche quest’estate al carcere di Castelvetrano si sta svolgendo il laboratorio di bricolage che vede insieme detenuti e volontari per preparare portachiavi, piccoli gadgets che poi vengono donati – con offerta – nelle piazze delle frazioni balneari. L’iniziativa vede insieme Caritas diocesana e Servizio diocesano di Pastorale giovanile. Per quest’estate, oltre i volontari locali, ci sono anche i seminaristi e una ragazza di Milano. A volere conoscere la realtà del laboratorio, qualche giorno fa, è stato Roberto Piscitello, Direttore generale dei detenuti e del trattamento della persona del Dipartimento amministrazione penitenziaria, accompagnato dal Vescovo, monsignor Domenico Mogavero, da don Giuseppe Inglese, responsabile del Servizio di Pastorale giovanile e Maria Luisa Malato, direttrice del penitenziario.

«Qui sperimentiamo lo stare insieme come famiglia – ha detto suor Cinzia Grisafi – e non è semplice, perché siamo diverse come persone e come carisma». Dietro le sbarre, però, si sperimenta lo stare insieme e l’amore: «Siamo felici nel sentirci voluti bene» ha detto Antonio, originario di Falcone e detenuto della terza sezione. «Noi volontari ci arricchiamo di umanità stando insieme ai detenuti» hanno detto. «Quella che spesso la società ignora – ha detto il Vescovo – perché considera il detenuto un appestato». «In questi anni ho notato che il carcere è anche il luogo degli ultimi – ha detto Piscitello davanti a volontari e detenuti – e non solo di chi ha commesso un reato».

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