“L’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano non può essere declassato”. Ad affermarlo sono la Cgil, la Cisl, la Uil di Castelvetrano e le Associazioni Cna, Confcommercio, Sicilia e legalità, Coldiretti, Encal-Inpal, che sono intervenuti a difesa del Vittorio Emanuele II per cui il riordino della nuova rete ospedaliera, elaborata dall’assessore regionale per la Salute Ruggero Razza, ha previsto il declassamento di alcune unità operative e la chiusura di alcuni reparti.


Il piano proposto dall’Assessore, stravolge il decreto n. 70 del 02 aprile 2015, diminuendo sensibilmente le strutture complesse che sono presenti all’interno del nosocomio che passano da 9 a 3 eliminando reparti importanti come quelli, ad esempio, di chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, oncologia e terapia intensiva, per i quali sono stati investiti fondi per oltre 4 milioni di euro e che risultano fondamentali per la coesistenza di altri reparti come la dialisi.
I rappresentanti delle sigle sindacali esprimono grande apprensione, per i risvolti negativi che causerà il nuovo piano in termini di diritto alla salute per gli abitanti di Castelvetrano e di tutta la Valle del Belice.
Inoltre c’è preoccupazione per la sorte dei dipendenti che operano all’interno del nosocomio.
Nei prossimi giorni, sindacati e associazioni chiederanno incontri con le Istituzioni per “evitare che il territorio della Valle del Belice e i suoi centodieci mila abitanti vengano penalizzati”.

L’ufficio stampa della Cgil

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