Per i due collegi scolastici (quello d’Istituto e quello dei docenti) la scuola “Ruggero Settimo” di Castelvetrano può cambiare nome in “Giuseppe Di Matteo”. Ieri è arrivato l’ok dei due organismi e oggi pomeriggio, all’ex convento dei Minimi, è stata data lettura degli estratti dei verbali. A portarli è stata la dirigente scolastica Maria Luisa Simanella che è rimasta seduta in seconda fila, affidando la lettura a due docenti. Da questi due atti concreti è iniziato l’iter per l’intitolazione della scuola al piccolo Di Matteo. Quindi nessuna polemica a parte qualche commento sui social che sembrava avesse potuto fare da miccia. Niente di eclatante è, invece, successo. Il dato certo è stato quello annunciato oggi pomeriggio: la comunità dei docenti e dei genitori ha detto sì alla proposta della sezione di Marsala dell’Associazione Nazionale Magistrati che, all’indomani dell’arresto del boss, ha lanciato l’idea alla preside Maria Luisa Simanella.
«Quando hanno arrestato Matteo Messina Denaro ho subito pensato che intitolare la scuola frequentata dal boss al piccolo Di Matteo sarebbe stato un gesto altamente simbolico – ha detto il giudice Fabrizio Guercio che guida la sezione Anm – noi come Giunta della sezione abbiamo così fatto la proposta alla preside».
L’ok dei due collegi rappresenta la prima tappa dell’iter d’intitolazione della scuola al piccolo Di Matteo. Ora la parola passa al consiglio comunale per una presa d’atto, poi all’Ufficio provinciale scolastico e, infine, alla Prefettura per l’ok definitivo. «Dobbiamo essere cittadini consapevoli che la nostra città, in qualche modo, è stata contaminata dalla mafia ma ora dobbiamo agire tutti per decontaminarla e questo dipende da noi», ha detto il sindaco Enzo Alfano.
In videoconferenza è anche intervenuto l’ex presidente del Senato Pietro Grasso: «Ora che giro le scuole portando la mia testimonianza di giudice, percepisco quanto lavoro hanno messo in campo i docenti e gli stessi alunni. A chi può giovare non raccontare la realtà? Vogliamo far passare l’idea che la mafia non tocca i bambini?». Poi l’appello: «Se mi invitate in quella scuola vengo a raccontare ai bambini la storia di Giuseppe Di Matteo».
All’incontro c’erano anche il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella e il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Pierro. «Se chiamiamo la scuola “Di Matteo” e diciamo perché lo facciamo, i bambini lo capiranno e porteranno questo segnale a casa», ha detto Pierro. Il Vescovo, invece, ha avvertito: «Guai a lasciare da sola la scuola, ci vogliono anche le famiglie e le realtà ecclesiali, solo così si combatte il malaffare. C’è il rischio che agli insegnanti deleghiamo il compito di educare e poi si ritrovano da soli in questo compito. Il nostro impegno deve essere pure quello affinché questo nome (quello del piccolo Di Matteo, ndr) non venga dimenticato. Per fare questo si è scelto la scuola, un luogo dove si educa», ha detto il Vescovo.
AUTORE. Redazione