“E’ assolutamente falso che io abbia attaccato Renzi. Da presidente dei siciliani ho manifestato l’urgenza di intervenire sulle questioni sociali soprattutto nei confronti dei poveri, dei deboli, dei disoccupati, in linea con n quanto sta cercando di fare il Governo nazionale.
Ma la specificità e la drammaticità dei problemi della Sicilia, le cui cause non sono da attribuire sicuramente ai governi attuali ma alle vicende storiche dell’Isola, richiedono una urgenza di provvedimenti immediati.
Abbiamo la necessità ormai, e non è una critica nei confronti del Governo, di intervenire sulla questione sociale poiché i risultati positivi raggiunti sulla spesa europea e la fine del crollo del Pil in Sicilia, non sono sufficienti a fare decollare l’Isola né tanto meno a risolvere nell’immediato il livello di disperazione economico e sociale, portato da anni ininterrotti – dal 2006 al 2013 – di perdita di Pil del 2% , la chiusura delle aziende e i licenziamenti dei lavoratori, nell’impossibilità tra l’altro degli enti pubblici di assumere, in considerazione dei livelli di sovraffollamento di dipendenti in tali enti.
La fine del crollo del Pil nel 2014, con i segni di leggera crescita derivati dall’utilizzo dei fondi europei, da un aumento dell’export delle aziende siciliane e dall’incremento dei flussi turistici verso la Sicilia, non possono da soli produrre nuova occupazione se si considerano le dismissioni che avvengono in alcuni settori e il fatto che la riorganizzazione tecnologica delle aziende spesso, invece di produrre nuova occupazione, ne determina la diminuzione.
La Sicilia non possiede le risorse necessarie per coprire il gap infrastrutturale che ha sempre avuto rispetto alle altre regioni del Paese e il governo della Regione sta attivando procedure di attrazione di capitali privati, per determinare interventi che aumentino il Pil, la ripresa e l’occupazione. Tali processi non producono immediatamente i loro effetti e pertanto è necessario mettere in campo strumenti di coesione sociale rivolti ai senza lavoro e alle imprese, per gestire una transizione in Sicilia.
La mia conferenza stampa rivolta principalmente a bloccare un’azione di vero e proprio sciacallaggio nei miei confronti, sulla base della valutazione della sconfitta del candidato sindaco del centro sinistra nelle elezioni amministrative della mia città, non è un attacco ad alcuno, ma un appello a tutti a fare di più, alle forze di governo, come a quelle di opposizione, rilanciando un’azione riformatrice del Parlamento bloccata molto spesso da inutili polemiche e differenziazioni che, nell’attuale fase di drammaticità sociale, non hanno senso.
Dalle polemiche non nasce nulla, soprattutto quando queste polemiche coinvolgono forze di maggioranza. Ognuno di noi può pensare di essere più bravo degli altri, ma ciascuno di noi deve pensare che gli uomini di governo si scelgono attraverso libere elezioni, dove a decidere sono i cittadini e che i risultati delle elezioni si rispettano, ci piacciano o no. Ritengo dunque che il mio intervento vada interpretato per quello che è, un appello a tutti a lavorare insieme per il bene della Sicilia. Non ci sono scorciatoie, la gente non si aspetta polemiche dalla politica, ma scelte concrete, e penso sia indispensabile avviare una agenda di riforme prima dell’autunno sui seguenti temi:
– Un legge di sostegno per i senza reddito e i disoccupati;
– lo sblocca Sicilia, per rilanciare l’economia;
– una riforma vera e non autoritaria dei liberi consorzi dei comuni,
– la riforma dell’acqua;
– la legge sulla formazione professionale.
Occorre rivedere anche le linee sui tagli della spesa, che non possono più
riguardare soltanto le aree di spreco e non possono avere come vittime i più
deboli. Bisogna ricostruire il rapporto con i lavoratori dipendenti e tutti
quelli che gravitano attorno alla macchina regionale: formatori, forestali,
lavoratori delle partecipate, precari. Occorre allargare il fronte della
coesione sociale e, per fare questo, occorre più coesione politica senza
personalismi e senza pensare che ognuno di noi abbia la facile ricetta per
affrontare una situazione economica e sociale difficile.
Senza l’azione del mio governo, la Sicilia già sarebbe fallita e oggi le
polemiche sarebbero di ben altro tenore. L’attuale governo è un governo
veramente di coalizione, chi dunque nella coalizione esprima critiche al
governo le esprime anche nei confronti dei propri assessori, che fanno un
lavoro incredibile, con intelligenza e passione e che non meritano polemiche ma
quel supporto necessario che deve venire dal quadro politico, regionale e
nazionale. Io sono come sempre pronto al dialogo e al confronto”.
Cos’inutili!tu e iddu puru.
per “l’onorevole crocetta”: ascolti quest’accusa all’Onorevole renzi: netta e precisa. shapo
https://www.youtube.com/watch?v=aCB6LmtTv28
Eh già, belle accuse (?), belle parole al vento visto che poi appena si tratta di cambiare veramente le cose la maggior parte se la fanno addosso e si accorgono di non volere rinunciare a un bel niente e anzi di volere di più. Divertente come di Battista usa dare le colpe agli altri, e lui, o megio NOI, si noi, in che sistema viviamo? Credo di non dire niente di nuovo, se scrivo che un siciliano “povero” non è altro che un africano “ricco”. Belle parole Di Battista, ma cosa dice oltre a quello già detto/raccontato da un Jeffrey Sachs, Noam Chomsky, John Perkins, e via così. La veritá è che qui, sul lato del mondo più o meno benestante, nessuno è veramente intenzionato a cambiare niente (leggi a rinunciare a niente). Sarebbe interessante vedere quanti alla fine sarebbero disposti a supportare e sopportare i cambiamenti di sistema suggeriti dal M5, ma va, la dimostrazione sta già nel fatto che non vengono neanche colti e onorati i cambiamenti che Renzi cerca di apportare oggi al paese.
A parte una manciata di personaggi del M5, mai nessuno che dica, just a moment io mi accontento con meno, mai nessuno , mai un insegnante, mai un operaio, mai un medico, mai un infermiere, mai un impiegato comunale, mai un polizziotto, mai un super penzionato, mai mai mai. Ma poi si, va bè dai, lasciaci cambiare il mondo.