[di Antonio Colaci] Ieri sera è andata in onda su Rai1 la fiction tratta dal libro scritto da Caterina Chinnici, figlia primogenita del magistrato che ha fatto della lotta alla mafia la sua missione e che pagò con la perdita della vita la sua scelta coraggiosa.
Dal 1954 al 1966 il giudice Chinnici fu Pretore a Partanna. Buona parte del libro è dedicata alla narrazione dei fatti che caratterizzarono la vita dell’uomo, del padre e della sua famiglia, in quel periodo in cui anche molti castelvetranesi e conterranei della Valle del Belice ebbero l’opportunità di apprezzarne la rettitudine, la carica umana e lo spessore dei principi che guidarono la sua esistenza e quella dei suoi familiari.
Proprio a Castelvetrano si colse l’opportunità di verificare e divulgare, subito dopo l’uscita del libro, la consistenza morale ed educativa dei suoi contenuti, grazie ad una iniziativa di cui Caterina Chinnici fu personalmente testimone.
Il 21 Marzo 2015, presso l’Istituto Tecnico “Giovan Battista Ferrigno”, il Lions Club di Castelvetrano, sotto la Presidenza del Dottor Tommaso La Croce, organizzò la presentazione del libro curata egregiamente dalla Dottoressa Caterina Mangiaracina.
Il vero successo della manifestazione lo si percepì subito da una cosa inusitata per questo tipo di eventi; per due ore un centinaio di studenti seguirono in religioso silenzio la narrazione dei fatti salienti contenuti in un libro scritto da una figlia devota che illustrava l’ambito familiare e sociale in cui si muoveva Rocco Chinnici, in una Sicilia dissimile dalla attuale, in cui erano diversi i valori etici e le situazioni ambientali da quanto oggi riescono i giovani a percepire dalle loro abitudini e dalla educazione scolastica e familiare.
La stampa dell’epoca e gli storici hanno narrato molto degli eventi che portarono alla costituzione, su iniziativa del giudice Chinnici, del pool antimafia, del nuovo modo di gestire le inchieste giudiziarie affidate collegialmente a più magistrati, dei successi conseguiti assieme a Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta, dell’attentato che lo uccise assieme agli uomini della sua scorta il 29 Luglio 1983.
La figlia Caterina ha portato alla luce aspetti sconosciuti al pubblico, narrando quanto avveniva all’interno delle mura domestiche, dei tanti momenti di serenità del periodo di vita trapanese, delle tensioni e dei timori del periodo palermitano che Rocco Chinnici visse con i suoi familiari dopo avere preso servizio presso l’Ufficio Istruzione di Palermo, di cui in seguito diventò dirigente.
La fiction ha ricalcato fedelmente questa parte della vita del magistrato e della sua famiglia. Nei dialoghi tra Sergio Castellitto (Rocco Chinnici) e Cristiana dell’Anna (Caterina Chinnici) si percepisce il forte legame tra il padre e la figlia primogenita, animata dallo stesso fermento per la giustizia che la portò a seguirne le orme diventando, a sua volta, giovanissima magistrato; aveva solo 24 anni quando fu nominata a capo di un ufficio giudiziario, intraprendendo una carriera che l’ha portata a ricoprire vari incarichi fino a divenire, nel ’95, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Caltanissetta. Nel 2014 Caterina Chinnici ebbe un notevole successo elettorale che le permise di ricoprire l’attuale carica di europarlamentare, impegno vissuto, come sempre, con grande determinazione.
Il forte sentimento paterno che animò Rocco Chinnici e che lo ispirò nella formazione dei figli, il magistrato lo dimostrò anche nell’approccio con temi legati alle problematiche sociali, denunciando le gravi conseguenze sui giovani per l’uso della droga, colpito particolarmente nel ’72 dalla tragica morte per overdose di una amica della figlia.
Un particolare, di carattere intimo e sociale nello stesso tempo, lega Rocco Chinnici a Castelvetrano. Lo si nota guardando la foto della Charter che rappresenta il documento di costituzione del locale Lions Club. Nella lista di nomi degli illustri personaggi che determinarono la nascita del Club service in Castelvetrano compare proprio il suo nome. Il documento che riporta la data del 15 Aprile 1961 testimonia la partecipazione dell’allora Pretore di Partanna alla vita sociale del territorio. E’ sicuramente motivo di orgoglio per gli attuali soci del Lions Club ma anche un forte impegno per tutti ad onorare una tanto qualificata appartenenza con l’osservanza dei concetti di correttezza e solidarietà che ispirarono la vita di Rocco Chinnici, uomo, padre, magistrato ed anche Lions incorruttibile.
Antonio Colaci