Con gli scavi condotti a Selinute dai giovani archeologi di ‘Archeofficina’ sotto la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte orientale, sono tornate alla luce porzioni di mura fortificate che chiudevano la città da Nord, e la porta, da cui passava la Via sacra verso la necropoli monumentale fuori le mura. Questa era la via di accesso più difficile perché non protetta dai due fiumi e dal mare. Quando nel 409 avanti Cristo i Cartaginesi assediarono e distrussero Selinunte, attraversarono, probabilmente, anche questo ingresso: Diodoro Siculo descrive l’offensiva da Nord, dieci giorni di assedio e riporta16 mila morti in battaglia.

«Superando le recinzioni del parco che risalgono a trent’anni fa, abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale di circa 3 metri, identica alle altre due scavate da Mertens, quindi riconducibile al V secolo. Il fatto che guardi alla necropoli monumentale ci porta a pensare che da qui passavano i cortei funebri», ha detto il direttore del parco Felice Crescente.

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