Il 35% della popolazione italiana è entrata in contatto con il Covid-19 già da ottobre 2019. Ad asserirlo, dopo uno studio compiuto su un campione di 100 persone, è stato un team di ricercatori della “Meleam”, una società statunitense con sede anche in Puglia. «Almeno un italiano su tre è già entrato in contatto con il virus. Anche al Sud si registrano percentuali molto alte», spiegano i ricercatori a TPI che ha reso pubblico lo studio.

La ricerca è stata compiuta su un campione di 100 persone: a Napoli sono risultati 38 positivi e a Bari 36. Per dare maggiore attendibilità a questo dato, sono stati usati anche dei test cinesi e statunitensi ed entrambi hanno confermato gli stessi risultati. «La verità scientifica è questa. Poi se questi dati non devono emergere e si vogliono raccontare altre verità, è un discorso diverso», ha dichiarato l’amministratore delegato della società, Pasquale Maria Bacco a TPI. Secondo il racconto del medico, questi dati sono stati comunicati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma nessuno ha mai contattato il team di ricercatori per avere un parere scientifico a riguardo, nemmeno la protezione civile.

Il dato che sorprende è quello che se il 35% della popolazione è stata infettata, per Bacco e la sua equipe, sembra impossibile che il 90% della popolazione italiana sia da dichiarare ancora estranea al virus dal momento che l’elemento caratterizzante di questo virus è proprio la forte propagazione. Per questo motivo, nella ricerca degli anticorpi dove sono state coinvolte oltre 5 mila persone sane divise per regioni, sesso ed età, si è osservato che una persona su due manifestava gli anticorpi.  «Indagando sugli anticorpi, abbiamo scoperto quanto fossero datati. Ecco perché il nostro studio è insidioso: il virus era in Italia da ottobre. Le famose polmoniti da legionella erano già da coronavirus, ma non di questo. Il virus, circolato anche al Sud, ha trovato il clima ideale al Nord, ed è li che si è modificato per diventare più aggressivo», ha dichiarato sempre Bacco a TPI.

Proprio il clima, infatti, sembra essere il protagonista determinante della più fortunata situazione del meridione rispetto al Nord-Italia. «Il virus lombardo è diverso da quello siciliano. Credo che nel meridione non avremo mai quello che è accaduto al Nord: non come numero di infettati perché la differenza non è tanta, ma come incidenza clinica. Qui si può essere fiduciosi per la stagione estiva perché il clima gioca a favore. Il virus ci sarà ancora, ma non ce ne accorgeremo», ha affermato Bacco a TPI.

Secondo i ricercatori «abbinando test e tamponi, potremmo liberare il 25 per cento della popolazione, individuando i soggetti immunizzati naturalmente». Ma c’è di più: se si considera un soggetto che risulta positivo all’anticorpo ma negativo al virus, egli non potrà né infettare né essere infettato. In questo modo – secondo i ricercatori – non ci sarebbe bisogno di usare particolari protezioni e anche negli ospedali potrebbero lavorare medici e infermieri già immunizzati che hanno sviluppato, dunque, il “vaccino naturale”.

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