In occasione della festa dell’Autonomia siciliana, che si celebra il 15 maggio, Teatro Libero AC, col contributo dell’assessorato regionale all’identità siciliana, giovedì 15 maggio, ore 10, presso l’aula magna del liceo classico di Castelvetrano, organizza il talk sul tema “Liturgia siciliana: la lingua siciliana come spazio di autonomia”, con Giacomo Bonagiuso (scrittore e regista), Filippo Triolo (direttore artistico Saliber Fest) Giacomo Moceri (Sicilian Says). Si discuterà sull’importanza della lingua siciliana come strumento di autonomia, riservato agli studenti delle Superiori; un momento rivolto ai giovani studenti, nel loro ambito specifico, la scuola.
Il talk sarà un convegno non accademico in senso classico, ma gestito da giovani comunicatori contemporanei che tramite mondo social, tramite volumi editi e distribuiti a livello nazionale (Amunì di Giacomo Moceri è edito da Giunti, Mobbidicchi di Giacomo Bonagiuso, che contiene la riscrittura di Medea, è edito da Libridine, mentre il racconto “palermitano” di Filippo Triolo è stato finalista al Campiello giovani) hanno tracciato nuove coordinate linguistiche e autonomistiche siciliane.
Domenica 25 maggio, ore 21, al teatro Selinus di Castelvetrano il secondo momento con una teatralizzazione di un testo che rivela la potenza della lingua siciliana attraverso uno spettacolo in “siciliano”, ma non la tipica commedia o farsa dialettale, bensì un’operazione di utilizzo della lingua siciliana per “tras-durre” un classico della tragedia greca: la “Medea” scritta e diretta da Giacomo Bonagiuso totalmente recitata e cantata in dialetto e ambientata nelle pieghe del Risorgimento.
“La lingua è espressione di un contesto, e di uno sfondo. Abbiamo pensato di riscrivere la Medea nelle viscere della irrisolta questione siciliana, autonomistica. La Sicilia e il suo popolo furono annessi al Regno Piemontese, oscritti per diventare esercito a difesa di una causa ignota e violenta che mai coinvolse alcuno nella storia ottocentesca. È in questo contesto di ferita storica che ho riscritto Medea – afferma Giacomo Bonagiuso – che è l’opera principe che mette in scena il tema dello straniero. Medea, siciliana, si innamora di un ufficiale garibaldino e si sradica da terra, cielo, lingua e canto, per trovare terre, cieli, lingue e canti diversi, inconciliabili, nemici.”