Cinque avvisi di garanzia sono stati notificati oggi nell`ambito dell`inchiesta che ha portato al sequestro, lo scorso 9 giugno, di un`area di 18 mila metri quadrati che costeggia il parco archeologico di Selinunte in cui qualche giorno prima erano iniziati i lavori relativi alla realizzazione di una `passeggiata` coperta.
Due avvisi di garanzia sono stati notificati a personale del parco archeologico: Caterina Greco e Luigi Lentini, altrettanti a personale comunale: Giuseppe Taddeo, Danilo La Rocca e uno al rappresentante legale dell`azienda: Francesco Seidita che sta eseguendo i lavori, finanziati al Comune dall`Unione europea attraverso il fondo europeo per lo sviluppo regionale per circa 3,3 milioni di euro.
Gli uomini del Nucleo operativo del Corpo forestale regionale hanno accertato che stava per essere riutilizzato il materiale con cui nel 1980 era stata realizzata una duna e che, per quel che conteneva, sarebbe dovuto essere conferito in discarica, così come prescrivono le normative in materia ambientale.
La rimozione della duna era prevista nel progetto dei lavori di realizzazione della `passeggiata` approvato a suo tempo con il benestare anche della Sovrintendenza ai Beni culturali di Trapani e della direzione del sito archeologico.
fonte. travelnostop.com
AUTORE. Redazione
PER SLINUNTE…E PER LO SCHIFO DEL BELVEDERE…QUANDO..SANTA SPADDUZZA AIUTACI TU
Molte volte si rimane esterrefatti di come è celere la “giustizia” , quando da anni ci sono discariche a cielo aperto di ogni tipo di schifezze e nessuno si preoccupa o inteviene nemmeno per segnalare , appena si mette mani ad un’opera pubblica dove rispecchiando pienamente quelle che sono le caratteristiche storiche del sito , si rinvengono ” dagli scavi ” dei reperti portati lì dai nostri antenati 25 anni fa e magari messi a posta per farli diventare ” pezzi storici ” di grande valore , (forse bisognerebbe vedere se il cestello di lavatrice di tanti anni fa oggi ha un valore vintage ) e allora invece di procedere all’indietro nel tempo, annullando la prescrizione , perseguendo chi ha messo dell’immondizia o quant’altro , pure di sollevare la fantomatica duna , si avviano dei procedimenti giudiziari a chi oggi inconsapevolmente si trova ad effetturare un lavoro ” sporcato ” da chi precedentemente aveva male operato , titolando giornalisticamente come se si fossero commessi reati gravissimi , personalmente non condivido questo modo di fare giustizia ed esprimo la mia solidarietà umana a coloro che sono stati ” avvisati” , che rappresentano tutti esempi di grande moralità oltre che di persone seria onestà professionale .
Associo sempre il concetto di “rifiuto” a quello della Belice Ambiente S.p.A e all’ATO TP2 denominato BELICE AMBIENTE…… ricordo a me stesso che anche il materiale di risulta proveniente da opere di ristrutturazione edilizia, in buona parte deve essere smaltito in discariche controllate. Esistono dei laboratori che certificano la pericolosità di tali materiali………concordo con quanto detto dal consigliere Ninni Vaccara!