Disperazione, rivolte e tentativi di fuga. Una spirale in cui si avvitano gli “essere umani” presenti nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Trapani.
Adesso, grazie un video pubblicato da Repubblica.it, è possibile vederla anche dall’interno delle sbarre. Un documento raro visto che generalmente le telecamere degli smartphone dei migranti vengono danneggiate all’arrivo proprio per impedire le riprese!
Nel filmato si vedono immagini di una rivolta scoppiata, secondo l’autore, perché un ragazzo era stato ferito a un occhio da una manganellata. Anche altri intervistati parlano di violenze della Polizia, e si vedono gli agenti sparare lacrimogeni in luoghi chiusi da sbarre e utilizzare pericolosamente gli idranti per colpire chi si arrampica a cinque metri di altezza in un tentativo di fuga.
Il Cie di Contrada Milo a Trapani è una struttura nuova, ma si mangia a terra, perchè i tavoli e le sedie della mensa potrebbero essere usati come armi. Per lo stesso motivo e per evitare atti di autolesionismo, le perquisizioni sono continue e vengono sequestrati anche tappi o matite. Dentro c’è gente ogni tipo, dall’ex carcerato al pittore edile in Italia da ventisei anni. Tutti condannati dalla mancanza di permesso di soggiorno a una prigionia che può durare anche un anno e mezzo.
AUTORE. Redazione
Non ho capito qual’è il problema. Quello è un carcere, non è un centro accoglienza, quindi, se c’è una rivolta perchè questi individui stanno tentando una fuga cosa vorreste?…che gli si aprisse il cancello stendendo magari un tappeto rosso?
se avessero fatto così anche gli americani nel dopoguerra a quest’ora sarebbero messi come noi!