sigilli negozi belicittaContinua lo stillicidio occupazionale, al centro commerciale Belicittà di Castelvetrano, bene confiscato all’imprenditore Giuseppe Grigoli condannato per associazione mafiosa. Da mercoledi scorso, altri 20 dipendenti di tre attività commerciali presenti nella struttura, sono a rischio di licenziamento a causa della chiusura per sfratto, dei locali commerciali dove insistevano le tre ditte.

A causa del provvedimento di sfratto a firma dal presidente del Consiglio D’Amministrazione della società “Grigoli Distribuzione” altra azienda sottratta a Giuseppe Grigoli e nella disponibilità dell’Agenzia dei Beni Nazionale dei Beni Confiscati. Martedi mattina, è scattato il provvedimento coercitivo, verosimilmente legato a questioni amministrative e, per le tre attività commerciali, presenti da tempo nella grande struttura di contrada Strasatto e che operavano nel settore dei giocattoli, della ristorazione e delle calzature è scattata la chiusura.

Le forze dell’ordine sono intervenute, per garantire lo sfratto che è scattato immediatamente con la sostituzione delle toppe degli ingressi e con l’apposizione dei sigilli sulle porte. La visita dei poliziotti, peraltro numerosi, aveva fatto ipotizzare tra i presenti ,possibili attività di sequestro per motivi penali o o legati ad attività antimafia. Nulla di tutto questo.

Alla base della chiusura dei locali, ci sarebbero contenziosi legati al mancato pagamento della pigione, alla società “Grigoli Distribuzione”.Tutti i dipendenti interessati, sono rimasti sgomenti quando, martedi mattina recandosi al lavoro, hanno visto la Polizia impedire loro l’accesso nelle rispettive attività. Un altro colpo dunque, al giro d’affari di Belicittà che, dopo il cambio di gestione, sta cercando , con impegno,di riconquistare quote di mercato, dopo mesi di oblio.Tre attività peraltro, che avevano capacità attrattiva verso i potenziali clienti del territorio belicino.

Secondo quanto riferito da alcuni dipendenti delle società sfrattate, parte del contenzioso troverebbe origine nelle lamentele poste degli amministratori di questi negozi e relative al mancato incasso avvenuto nel 2013 e in parte nel 2014, in ragione della chiusura dell’ipermercato Despar e per la perdita di capacità commerciale di Belicittà rispetto ai competitor di zona in quel periodo. Tutte note che saranno discusse nelle sedi legali opportune e che sono servite poco a convincere gli amministratori giudiziari. Intanto, il provvedimento di sfratto impedisce ai lavoratori di poter continuare le loro mansioni e questo aspetto preoccupa parecchio i dipendenti, sul loro futuro occupazionale.

E sull’aspetto lavorativo, anche molti ex dipendenti del Gruppo 6 GDO, altra azienda confiscata a Grigoli, dicono di –sentirsi preoccupati-e annunciano un sit in nei prossimi giorni, per capire cosa si sta facendo per il loro futuro lavorativo, ad un anno esatto dal fallimento della loro società. Intanto in questi giorni, nella complessa galassia aziendale legata a Grigoli, scatta un’altra vicenda giudiziaria.

I curatori fallimentari della società Specialfruit nominati dal Tribunale di Marsala, hanno citato in giudizio, per un presunto danno patrimoniale di oltre 3 milioni di Euro gli ex amministratori. Nel atto di citazione si parla di “mala gestio” della società che vendeva ortofrutta, poi andata fallita. Gli ex amministratori giudiziari del Gruppo 6, Nicola Ribolla e Stefano Buscemi, e Giuseppe Calcara, presente nel consiglio d’amministrazione di Special Fruit, fin dalla costituzione, poiché socio di capitale, dovranno rispondere , il prossimo mese di novembre, sul loro operato al giudice del Tribunale di Palermo.

Filippo Siragusa
per GdS

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