Non ci sono informazioni precise su quanto “costa” la Chiesa cattolica, sull’importo complessivo dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui essa gode in Italia. Per questo motivo l’Uuar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) ha creato un sito denominato www.icostidellachiesa.it per effettuare una stima dei costi, a carico di tutti gli italiani, derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica.
Il compito non è per nulla facile, perché la cifra reale e precisa è quasi sicuramente ignota sia allo Stato, sia alla Chiesa. Occorrerebbe infatti esaminare, delibera per delibera, capitolo di spesa per capitolo di spesa, il bilancio dello Stato e quelli di tutte le Regioni, le Province, i Comuni, gli enti pubblici, le società a partecipazione pubblica. Occorrerebbe inoltre disporre di tutti i bilanci delle diocesi, delle parrocchie, degli enti ecclesiastici, delle associazioni cattoliche.
Un’impresa impossibile per chiunque. Anche per l’Uaar, ovviamente. Anche perché non dispone certo di somme ragguardevoli da investire nell’inchiesta. Ciononostante, abbiamo ritenuto che fosse possibile, con ragionevole approssimazione, cercare di quantificare la cifra.
Da parte sua, il mondo cattolico fa quasi sempre riferimento alla replica al libro di Maltese, intitolata ‘La vera questua’, scritta dal giornalista di Avvenire Umberto Folena e liberamente scaricabile online, la quale non contiene però alcun totale.
‘I costi della Chiesa’ costituisce uno stimolo per tutti a effettuare le proprie valutazioni e, di conseguenza, a disporre nel tempo di una piattaforma, e delle stime che contiene, sempre più affinate’. Se poi la Chiesa e/o lo Stato presenteranno i propri totali saremo ancora più contenti: vorrà dire che l’iniziativa avviata dall’Uaar ha raggiunto il suo scopo, quello di discutere e confrontarsi sui costi pubblici della Chiesa cattolica.
La stima aggiornata dei costi annui della Chiesa è di oltre 6 MILIARDI DI EURO
Le spese più importanti che determinano quell’importo complessivo sono le seguenti (i valori sono espressi in milioni di euro).
riduzione Ires 100
riduzione Irap 100
esenzione Iva 100
insegnamento della religione cattolica nelle scuole 1.500
contributi statali alle scuole cattoliche 261
contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche 400
utilizzo dei fondi strutturali europei 107
cambi di destinazione d’uso 150
altri contributi erogati dalle Regioni 242
servizi appaltati in convenzione ad organizzazioni cattoliche 150
convenzioni pubbliche con la sanità cattolica 167
altri contributi erogati dai Comuni 257
benefici concessi da fondazioni e società a partecipazione pubblica 200
L’iniziativa dell’Uuar mi sembra molto importante. Si può essere d’accordo o meno con l’opinione di questa associazione circa la necessità che ogni religione deve essere sostenuta solo da chi la professa. Ma, a mio avviso, è più che opportuno conoscere con precisione l’entità dei costi pubblici derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica come alle altre religioni, per valutare se tali costi siano troppo elevati oppure no, soprattutto in un periodo come quello attuale nel quale si considera come obiettivo prioritario la riduzione del deficit dello Stato. Anche per rispondere a una domanda più che legittima: le spese pubbliche a favore della Chiesa devono contribuire al raggiungimento di quell’obiettivo? Io penso proprio di sì.
fonte. http://paoloborrello.ilcannocchiale.it
AUTORE. Paolo Borrello
gli stupidi sono quelli che la domenica riempono le chiese…imbecilli!!!
Caro Giuseppe, mi chiamo Filippo e sono un imbecille. Infatti, tutte le domeniche e tutte le feste negli ultimi trentanni della mia vita sono andato insieme ai miei cari ed amici in chiesa per pregare e ssantificare il Signore. La discussione, specie in tempi di crisi, sulle somme di denaro pubblico destinate al culto, sono ovviamente ammissibili come anche le polemiche, ma nessuno può essere autorizzato ad offendere chi pratica il culto di una religione. In Italia, “grazie a DIO”, esiste la libertà di religione tanto quanto la libertà di pensiero ma, sempre nel rispetto degli altri, anche perchè va sempre comunque salvaguardato la libertà del nostro prossimo. Quindi, critichiamo pure le decisoni politiche sul denaro destinato alla Chiesa, ma per favore non offendere chi la freguenta.
Un appello a Flavio: veglia attentamente su episodi discriminatori ed offensivi come quello lasciato sul sito da Giuseppe.
Grazie dell’attenzione prestata.
Auguro un santo natale a tutti.
Ciao
Per Filippo .Non è una questione di scemi o furbi che vanno in chiesa la domenica sicuri delle loro convinzioni religiose , ma se lo stato mi obbliga all’ 8x1ooo non sono dacordo.Lo stato vuol concorrere al sostentamento della chiesa cattolica od altre religioni, benissimo , la faccia pagare a chi le professa senza obbligare gli altri a versare un euro,invece si fà pagare indistintamente a tutti. Permetti che un non credente si possa un pò incavolare a versare soldi ad una religione che non riconosce ? Io rispetto il tuo fervore religioso , ma lo stato e il Vaticano rispettano il mio ateismo? Noooooooooooooooooooooooooooo
Infatti il signor Filippo forse non sa che per santificare il Signore si può anche stare a casa intorno ad una tavola insieme alla propria famiglia…se poi c’è il “bisogno” di farlo vedere agli altri a tutti i costi è un altro discorso…
la propria fede indubbiamente può essere vissuta nel quotidiano, anzi va prprio portato nelle nostre vite e lavoro, ma occorre andare in chiesa per celebrare il sacramento dela comunione senza pretesa di farlo vedere agli altri. quanto all’8 X mille lo stato non obbliga nessuno tanto che lo puoi devolvere anche ad un onlus ti tuo gradimento o ad una altra religione che abbia preso contatti con lo stato italiano per essere riconosciuta come tale,; la stessa cosa vale per il 5 X mille.ricordo a proposito dei soldi dati dallo stato italiano alla chiesa cattolica che il 60% delle somme ricavate dallo stato italiano dal turismo provengono proprio dal turismo religioso come pellegrinaggi ed altro. io sono il primo che come disse Voltaire darei la vita per dare al mio prossimo la possibilità di esprimere le proprie idee soprattutto se diverse dalle mie ma per questo non accetto offese da nessuno solo perchè la penso in modo diverso. non è solo fervore religioso ma diritto alla libertà di culto tanto quanto libertà di essere atei.
L’8 per mille lo si può dare esclusivamente alla Chiesa Cattolica, il 5 per mille invece potremmo darlo ad Emergency o alla scuola in cui studia nostro fratello\figlio o a chiunque altro, ma c’è una bella differenza fra 8 e 5 per mille.
Filippo scriveva del fatto che molto del nostro turismo deriva da quello religioso e non sono daccoro: io da atea ho visitato un’infinità di chiese e non l’ho fatto per pregare o vedere il papa ma per le grandi opere artistiche che si trovano dentro.
Mi piacerebbe molto smettere di contribuire all’arricchimento di quelli che per me sono solo dei canta storie che predicano bene e razzolano male…
Ecco come circola e si diffonde la disinformazione. Signora teresa, nella scelta dell’8 per mille le opzioni sono 7 (sette). Se poi la stragrande maggioranza sceglia la Chiesa Cattolica è una scelta che va rispettata; ma ripeto essa non è l’unica. Basta prendere in mano un modello di dichiarazioni di redditi.