Per celebrare un funerale avrebbe preteso una cifra intorno a 100 euro. Così don Vincenzo Cafra, parroco della chiesa Madre di Sortino, in provincia di Siracusa, è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di estorsione. I carabinieri lo hanno bloccato in flagranza mentre il sacerdote prendeva il denaro. L’indagine è scattata dopo una denuncia arrivata ai militari dell’Arma. Sulla questione delle “tariffe” per i sacramenti, il Vaticano è stato chiaro: «L’offerta per le messe deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un prezzo da pagare o una tassa da esigere, come se si trattasse di una sorta di imposta sui sacramenti», è quanto scritto nell’Istruzione “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”, a cura della Congregazione per il clero, pubblicata nel 2020.
Per il Vaticano non bisogno affatto «mercanteggiare» la vita sacramentale. E l’Istruzione, documento ufficiale vaticano, precisa anche che «con l’offerta per la santa Messa, i fedeli contribuiscono al bene della Chiesa e partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere». Si parla, dunque, di offerte e non di tariffe. E nel documento della Congregazione per il clero si fa riferimento anche ai sacerdoti che devono essere esempi “virtuosi” nell’uso del denaro, «sia con uno stile di vita sobrio e senza eccessi sul piano personale, che con una gestione dei beni parrocchiali trasparente e commisurata non su ‘progetti’ del parroco o di un gruppo ristretto di persone, magari buoni, ma astratti, bensì sui reali bisogni dei fedeli, soprattutto i più poveri e bisognosi».
AUTORE. Redazione