Meglio definita come la notte dell’archeologia vivente è un appuntamento pubblico che l’ideatrice l’Avv. Chiara Modìca Donà dalle Rose, nella veste di esperta della cultura di Castelvetrano/Selinunte, ha deciso di battezzare il 13 agosto 2019 lungo la spiaggia ovest della contrada di Marinella di Selinunte, dalle mura del porto sino all’antico porto commerciale dell’antica Selinus, sotto l’Acropoli del Gorgo Cottone, nella parte più a ovest del vastissimo territorio di Castelvetrano, ove il mare mediterraneo lambisce dolcemente le coste ai piedi dei templi dei coloni Greci.

I templi di Selinunte erano di colore rosso come evidenziano alcuni resti conservati all’interno del Baglio Florio, dentro il più vasto parco archeologico della Magna Grecia del mondo. Il rosso è anche il colore del sangue della vita che scorre pulsante nelle vene degli uomini e dell’umanità che nei secoli ha vissuto quei medesimi luoghi, oggi meta turistica e di scavo archeologico.
Il Rosso è anche il colore del divino, del corallo di Sciacca e della Sicilia intera, il frutto del mare con cui le donne di tutti i tempi hanno amato adornare le proprie chiome, le dita delle mani, le orecchie e i lunghi colli scaldati dal sole.

Ma il rosso è anche il colore della lava dell’Etna e dei numerosi vulcani sottomarini che circondano la Sicilia, e che vivono silenziosi ma presenti più che mai nelle viscere della terra.
La cena in rosso è quindi concepita come una grande tavolata, senza limiti di numero e di spazio, un banchetto elegante a cui partecipare rigorosamente vestiti di rosso, come cita la formula comunemente utilizzata nel mondo il dress code, accompagnati da una immancabile caffa siciliana con dentro un candelabro (possibilmente d’argento, di peltro o di rame) a due braccia con due candele lunghe da resistere tutta la serata e un personale nettare degli Dei – bianco , rosso, rosa, con o senza bollicine.
I commensali potranno comodamente prenotare il loro tavolo, rigorosamente a coppia di due, scegliendo tra i due menù fissi proposti dai ristoranti aderenti sulla spiaggia.
La sobrietà della serata, la semplicità dell’organizzazione, faranno da contrappeso alla maestosità della bellezza dell’acropoli che si illuminerà progressivamente al calare del sole ed al salire della luna sulla linea dell’orizzonte marino.
Vivremo tutti una esperienza molto simile a quella degli antichi coloni greci che nelle notti dionisiache condividevano l’essenza divina con quella dell’umana condizione.
Il numero 13 invece non è una scelta casuale. La luna prossima ad essere piena, il firmamento con il picchio massimo di caduta delle stelle e il numero karmico Tredici rappresenta che rappresenta la vita, la morte e la vita, la trasformazione e la rinascita. L’influenza del numero Tredici rappresenta nello studio dei numeri angelici la concreta possibilità di riparare o di completare ciò che nelle vite passate è rimasto incompiuto.
Storicamente infatti i Megaresi trovarono in questo luogo una nuova colonia che diede ben presto origine alla maestosa Selinunte, non riuscendo a trovare terre da colonizzare nella parte sud-orientale della Sicilia, dominata da Siracusa.
E nella parte occidentale dell’isola, presso la foce del Modione (l’antico Selinos), lungo la costa meridionale fondarono la loro colonia. Selinunte non ha come probabile origine etimologica il nome del fiume presso cui sorse, ma il termine greco selinon, che indica l’apio, una pianticella erbacea, che cresceva spontanea nella vallata del Modion e che divenne presto l’emblema della città, come attestano molte monete rinvenute.
Il 13 agosto 2019 tutti insieme, castelvetranesi e non, condivideremo il pasto tra frammenti dei ricordi dello storico greco Tucidide e di Diodoro Siculo, in una notte stellata dall’ecista Pammilo che fondo Selinunte tra il 628 ed il 650 a.c..
The Dinner in red- la cena in rosso, ci scuserete l’utilizzo dell’inglese in luogo dell’antico greco, fiduciosi che verranno tempi migliori, mira ad essere un appuntamento annuale futuro a Selinunte e riproponibile – anche in contemporanea in tutti i siti archeologici di Sicilia.
Ma soprattutto è la prima pietra vivente di un più vasto progetto ben più vasto che la medesima creatrice ha progettato di albergare proprio nel Comune di Castelvetrano che potrà, con il tempo, riportare questo luogo ai tempi passati più gloriosi attraverso un ritorno massiccio alla cultura ed alla ripopolazione di giovani selinuntini.

Si ricorda, infatti, che l’Avv. Chiara Modìca Donà dalle Rose ha progettato, in primo luogo, la creazione di un Polo Museale del Paesaggio Archeologico dentro il complesso Monumentale del Convento di San Francesco di Paola ex collegio dei Minimi, nel cuore della città a monte,
Spettacoli estate 2019 nella corte dell’ex Collegio dei Minimi

che sarà diviso in archeologia, medioevo, rinascimento, era moderna
,
Il Vaso di Pandora ed il Sipario del Teatro Selinus del Pardo, Castelvetrano
( con una sezione dedicata al Pardo) ed era contemporanea (dedicata al neopardismo) con uno spazio dedicato alle mostre temporanee

Ettore De Maria Bergler
in secondo luogo, una sede universitaria internazionale specializzata in archeologia in cui convergere le specialistiche delle università del mediterraneo, ove le lezioni verranno fatte in lingua greca, italiana, francese, spagnolo, arabo, turco, aramaico, ebraico, persiano che riguarderanno non solo aspetti puramente di studio archeologico ma tutte le scienze affini e collaterali, quali l’ingegneria, l’architettura del paesaggio, lo studio dei musei tanto a cielo aperto quanto nel fondo marino, la chimica del restauro, il restauro e la conservazione , nonché aspetti di marketing per promuovere i luoghi nell’ambito di un turismo culturale, tenendo sempre conto della sostenibilità dell’apertura dei luoghi scoperti, studiando sempre i sistemi migliori per valorizzarli e preservarli.
Ed infine, in terzo luogo, sempre sull’onda dell’ispirazione del vasto parco di Selinunte, ribattezzare la contrada di Triscina come esempio della “architettura del secolo scorso” che con i suoi manufatti abusivi e non, partendo dal presupposto che il concetto di abusivismo fa il suo primo ingresso nella dialettica giuridica, prima ancora che giornalistica, solo a metà del secolo scorso, nel dopo guerra e che è espressione decisamente forte e presente in un modo di concepire lo spazio comune e di civile abitazione mai visto prima.

Per paradosso, l’avv. Chiara Modìca Donà dalle Rose, interpellando architetti, agronomi, chimici, ingegneri, botanici, filosofi, giuristi, pensatori di tutto il mondo propone una riflessione reale e concreta perché tale esperienza e memoria umana possa passare ai posteri e cementificata nel tempo, per giocare con le parole, progettando una accellerata conquista dello spazio medesimo da parte della natura, togliendo prima di tutto le parti che arrecano danno ambientale quale l’amianto, i tetti, l’alluminio, il vetro e la plastica.
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