Da quindici mesi, Vito Varvaro, uno dei più grandi produttori vinicoli d’Italia e presidente della Cantine Settesoli, cerca inutilmente di sponsorizzare il Parco Archeologico di Selinunte. Cerca senza riuscirci, infatti, la Regione Siciliana ha sentenziato che non si può accettare una sponsorizzazione in mancanza di un regolamento regionale sulle sponsorizzazioni che sarà cura della Regione emanare. Quando, non è dato sapere.
E dire che Selinunte di soldi ne avrebbe bisogno eccome, forse anche più di altri beni culturali siciliani. Non fosse altro perché quel sito archeologico che aspira a essere inserito fra i patrimoni dell’umanità, e negli anni passati non ha certo subito un trattamento coerente con tale ambizione, anche accerchiato com’è da un micidiale abusivismo, è rimasto escluso dal piano finanziario regionale d’intervento riservato ai luoghi che hanno il bollino Unesco o sono in attesa di riceverlo. Ma tant’è. La burocrazia prevale anche sul buonsenso.
È l’estate del 2014 quando tutto comincia. Il fatturato della Cantina Settesoli supera di slancio i 50 milioni, incassati in gran parte grazie alle esportazioni in 40 Paesi, fra cui la Cina. E se un’azienda cooperativa della quale sono soci i tre quarti degli abitanti di Menfi decide di dare un contributo alla cultura è ovvio che possa pensare a Selinunte. Da quel centro di 13 mila abitanti in provincia di Agrigento, l’area archeologica dista appena una ventina di chilometri, ed è una delle testimonianze storiche più importanti del Mediterraneo.
Ecco allora l’idea: Settesoli verserà direttamente 50 mila euro al Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, da investire nei restauri, e quindi si proporrà come capofila per un’operazione di fund raising con l’obiettivo di raccogliere da altri soggetti privati almeno mezzo milione di euro.
C’è anche, come del resto non è anormale in una sponsorizzazione, un certo tornaconto aziendale. Ma non è questo che crea turbamento. Il direttore del Parco, Leto Barone, si dice d’accordo: il comitato tecnico scientifico dell’Ente esamina la proposta e la approva. Il sindaco di Castelvetrano, Felice Junior Errante, pure.
tratto da un articolo di Sergio Rizzo
per il Corriere della Sera
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Una Regione che naviga in brutte acque e con evidenti problemi di bilancio si permette questo e altro. E con l’assessore Baccei per preannunzia di alienare i propri beni.
È vergognoso il mio baglio il cuore di Dioniso turismo rurale che guarda sul parco archeologico è a vostra disposizione
ci si lamenta sempre che i privati e le aziende della Sicilia, a volte per problemi di bilancio, sono poco sensibili a sponsorizzazioni culturali, ed ora che La Settesoli, prestigiosa azienda vinicola,vuole contribuire a migliorare il parco archeologico di Selinunte, facendo anche da richiamo ad altre aziende sensibili al nostro patrimonio,dando un cospiquo contributo, la regione li rifiuta, adducendo, come giustificazione “che ci vuole un regolamento ad hoc”
Se così è chi di competenza si riunisca tempestivamente ed faccia il provvedimento. la pro loco Selinunte di Castelvetrano, e ritengo anche le altre Pro Loco del territorio, si mobiliterà affinchè questa iniziativa della Settesoli non vada perduta.