Può il tradizionale catechismo mettersi insieme al teatro? L’esperimento è stato testato con successo nell’ambito dei festeggiamenti di San Giovanni Battista, con la messa in scena di “San Giovanni e la peste”, testo tratto da “Il precursore” di Marco Maria Renda. L’attività ha visto impegnati i ragazzi e le ragazze del primo anno cresima della chiesa madre e altri giovani studenti, seguiti dagli insegnanti Annamaria Agate, Antonella Calcara, Enza Filardo e Nunziatina Agosta. «Il teatro favorisce il lavoro di gruppo e l’ascolto, sviluppa la concentrazione verso un obiettivo comune e stimolante e consente di esprimere, creativamente, il proprio mondo emozionale, superando ansie e paure», hanno detto le insegnanti. Alla messa in scena c’erano il sindaco Giovanni Lentini, il parroco don Giuseppe Undari.

Il testo, pur tenendo al centro la statura evangelica di Giovanni Battista, crea nuovi personaggi e dinamiche di conflitti morali e religiosi che alludono piuttosto alla nostra più bruciante attualità. La peste non è la malattia, ma rappresenta la forza dilagante del peccato. Con un linguaggio terso e accattivante i personaggi, magistralmente interpretati, hanno svelato motivazioni interiori presenti anche nel mondo attuale, con le sue inquietudini morali, le sue lotte e speranze segrete.

«Se la messa in scena è stata possibile dobbiamo dire grazie a don Undari, all’azienda Lanzoni Mandina, a Mariella Zancana, a Guglielmo Barbaresi, a grafiche Lithos, a Kevin Di Maio per le musiche, a Melissa per il canto, alle ballerine Maria Chiara e Caterina, a Francesco, a Sofia e Mirea e a tutti i fantastici ragazzi e ragazze che si sono cimentati in questa impresa non facile», hanno commentato le insegnanti.

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