Una cattedrale nel deserto messa in vendita. È il caso del Polo tecnologico di Castelvetrano, che doveva essere centro all’avanguardia per la raccolta differenziata: mai finito dal 2010, fermo da un anno e mezzo, ora posto dal tribunale di Sciacca a disposizione del migliore offerente.

Sì perchè la struttura, che sorge in contrada Airone, è di proprietà della Belice Ambiente in liquidazione, senza essere passata in eredità alla Srr Trapani Sud. Non fosse che ci sono pure pareri discordanti sul venderlo, mentre lo stesso tribunale starebbe valutando una richiesta di sospensione della vendita in scadenza il 26 gennaio prossimo, ad un prezzo base di 8 milioni 351 mila euro comprendente complesso immobiliare e ramo d’azienda.

Un quadro a dir poco complicato, che fa anche allontanare l’ipotesi, prospettata ultimamente dalla commissione straordinaria castelvetranese alla Regione, di utilizzare l’area per portarvi i rifiuti in eccesso che stanno invadendo le strade del paese, come avvenne nell’estate 2016.

Già allora, però, l’impianto di compostaggio che vi sorge aveva smesso di funzionare per problemi tecnici. Da ciò la chiusura dell’unica attività utile, all’interno di questo terreno che si estende per 12 ettari, grazie alla quale parte dell’organico veniva trattato in concime da rivendere. A non vedere mai la luce, invece, è stato il processo automatico di separazione di vetro, carta, plastica ed alluminio.

Così quello che doveva rappresentare il volto industriale della raccolta differenziata nel Belice è rimasto incompiuto. Un’opera per la quale all’inizio venne ammesso un finanziamento europeo di 10 milioni e passa di euro, per la maggior parte revocato; perchè i comuni soci, dopo averlo tanto sponsorizzato, decisero di non sottoscrivere la quota di compartecipazione necessaria al completamento.

di Alessandro Teri
continua sul Giornale di Sicilia (19 dicembre 2017)

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