Chi non conosce la realtà di questo piccolo paese non può capire l’invasività della mafia, che non si cura solo degli interessi economici, come fa altrove, ma vuole anche avere il dominio su tutti e su tutto, con una presenza capillare in tutti i settori della vita pubblica e privata.
Può succedere solo qui che professionisti dell’educazione vengano intercettati mentre si lasciano andare a espressioni di stima e ammirazione nei confronti della primula della mafia. Può succedere solo qui, dove, non a caso, la mafia ha inscenato la morte del famigerato bandito Giuliano, che vengano uccisi i sindaci o sequestrati potenti considerati altrove intoccabili, come l’esattore Corleo, suocero di uno dei potenti cugini Salvo.
Può succedere solo qui che ai funerali di Francesco Messina Denaro, padre di Matteo, partecipi quasi tutta la città senza un minimo senso di vergogna. Può succedere solo qui che i rampolli dei mafiosi facciano il bello e il cattivo tempo a scuola senza che nessuno osi contrastarli. Qui la mafia va in doppio petto, frequenta i circoli e i salotti buoni, è osannata e riverita, esercita il potere economico senza trascurare di mantenere stretti addentellati anche con il mondo politico e con la società che conta. Qui chi si oppone viene dileggiato, “sparlato”, equivocato, isolato.
Ricordo il lontano 1992, l’anno delle stragi, quando, prima nel febbraio, poi a maggio, mi bruciarono la scuola e l’autovettura, solo perché portavo avanti l’educazione alla legalità senza piegarmi a chi mi chiedeva di “allinearmi”, colpevole di organizzare dibattiti a scuola con personaggi non graditi, come il giudice Carlo Palermo, ritornato in provincia per la prima volta dopo l’attentato di Pizzolungo, o i procuratori Falcone e Borsellino.
AUTORE. Francesco Fiordaliso
Nel ’92, io frequentavo la scuola media G. Pardo e le sono grato per come ha affrontato quel brutto periodo, ero solo un bambino, ma non lo dimenticherò mai!
L’impegno civile del Preside Fiordaliso nella lotta alla mafia e alla cultura mafiosa, ancora più subdola e invasiva è indiscutibile.
Non posso far altro che rinnovare la mia stima personale per ciò che Lei, Preside, ha fatto e continua a fare per Castelvetrano. La storia del “preside antimafia” ci tengo a dirle che molti suoi concittadini non l’avevano dimenticata. Prima ancora di conoscerla in quanto studente, ricordo i numerosi attestati di stima che per lei ho sentito. In particolare quelli di mio padre che mi raccontò alcune delle cose che ora ho riletto in questo articolo, compreso quella della Alfa color rosso fiammeggiante. Questo per dirle che la Sua storia è patrimonio di questa città, ed è nota a chi l’ha conosciuta come uomo e preside. Da ex studente del Liceo Classico voglio dare testimonianza viva di come la cultura dell’antimafia sia entrata dentro le coscienze di molti studenti grazie alle numerose conferenze che negli anni si sono svolte. Oggi, possiamo dire di essere persone più consapevoli della realtà in cui viviamo.
Mi auguro che il Liceo Classico di Castelvetrano resti sempre punto di riferimento per la nostra città, a tutela dei valori della Costituzione della Repubblica, contro ogni forma di condizionamento della libertà dei cittadini ad opera di chiunque. Sicilia libera.
grazie per tutto quello che ha fatto e sono certo continuerà a fare nella più ardua ma più incisiva trincea del fronte culturale della lotta al fenomeno mafioso, nella consapevolezza che è nell’azione formatrice delle coscienze delle nuove generazioni posta in essere dalle istituzioni scolastiche che lei egregiamente dirige che passa la vittoria, ancor prima che dagli uffici investigativi, la definitiva vittoria di questo fenomeno delinquenziale.
Nel ’92 ero alunno presso la scuola G.Pardo quando ruppero la targa e incendiarono la scuola… i fatti si commentano da soli…
Vicino al preside Fiordaliso per il suo continuo impegno nella lotta alla criminalità. Grazie per quello che ha fatto e continuerà a fare.
Non ho mai avuto il piacere di conoscere di persona il Preside Fiordaliso ma da ciò che raccontano persone a me vicine dovremmo tutti ringraziarlo per la sua presenza e il suo impegno radicalmente educativo e coerente. Mi dispiace solo che gli attestati di stima nei suoi confronti siano ancora pochi.
Rispetto
Caro Franco, conoscendoti praticamente da sempre, so quanto è forte e radicato in te il sentimento della giustizia, l’amore per la verità, il culto per la democrazia. Ti esprimo ancora una volta pubblicamente la mia stima e la mia ammirazione, ricambiando e ringraziandoti anche per la solidarietà che hai espresso nei miei confronti e che ha fatto guadagnare anche a te uno schizzetto di fango preelettorale. Ridico a te quello che in altri momenti tu hai detto a me: un cavallo di razza deve saper sopportare anche qualche pidocchio che gli si attacca addosso. Andiamo avanti e, come dice il Poeta, “non ti curar di lor ma guarda e passa”
Caro Francesco,
colgo l’occasione per esprimere ancora una volta la mia stima verso la tua persona, avendo da epoca ormai lontana apprezzato il tuo comportamento coerente, la tenacia con cui, nonostante tutto, porti avanti il tuo progetto educativo inculcando così nei giovani sani concetti di democrazia e di libertà.