L’Assessore alle attività culturali della città di Castelvetrano Selinunte, Dr. Salvatore Stuppia, ha preso parte, ieri pomeriggio alla presentazione del Network, riconosciuto dal Consiglio D’Europa, “La Sicilia negli Itinerari Europei dell’Imperatore Carlo V”, che si è svolto presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni.
Oltre ai cenni storici sull’’Itinerario è stata presentata anche un’apposita App per smartphone, nella quale sono reperibili molte informazioni sul Comune di Castelvetrano, che rientra a pieno titolo nell’ Itinerario Internazionale di Carlo V.
“Siamo lieti di essere stati inseriti a pieno titolo in un importante itinerario che è stato riconosciuto come valido dal Consiglio d’Europa– ha affermato Stuppia- a riprova di come questa amministrazione continui a lavorare per valorizzare la cultura e per conservare la memoria per le generazioni future.
A tal proposito- continua l’Assessore- in occasione della ricorrenza del 48esimo anniversario del terremoto che colpi la valle del Belice, domani venerdì 15 gennaio, il museo della civiltà contadina ed il museo civico rimarranno aperti tutto il giorno con ingresso gratuito, come concordato tra tutti gli aderenti alla rete museale belicina”.
Cenni storici
I Tagliavia erano vicinissimi all’imperatore. Giovanni ha un’immensa ricchezza fra le mani e il grande prestigio della parentela Aragona. Si distingue in varie imprese per la Corona spagnola. Nel 1530 allestisce una squadra di cavalleria e la manda a Napoli in appoggio militare all’imperatore Carlo V. Cinque anni dopo appronta due navi da battaglia e una nave rifornimenti che fa unire alla flotta spagnola per la spedizione di Tunisi. Impresa, quest’ultima, coronata da successo con la conquista della città nordafricana, la sconfitta dell’ammiraglio turco Khair-ad-Din e l’annullamento della politica di alleanza nel Mediterraneo fra Francesco I di Francia e il Sultano ottomano. In cambio l’imperatore Carlo V investe due volte (1539, 1544-45) Giovanni Tagliavia della carica di presidente del Regno.
Il figlio di Giovanni, Carlo d’Aragona Tagliavia (1520?-1599), è il primo della famiglia a portare il doppio cognome. Prima della sua investitura a capo della famiglia, ha già seguito il padre nelle ultime imprese militari e si è anche distinto. Partecipa poi alla seconda spedizione africana dell’imperatore, quella contro Algeri, operazione “azzoppata” da una tempesta che distrugge circa 150 navi della grande flotta imperiale e che ne segna il fallimento nel dicembre del 1541. Segue l’imperatore in altre spedizioni militari. Nel 1542 Carlo V lo nominerà marchese di Avola e cinque anni dopo, consigliere del Regno.
Non fu Carlo d’Aragona e Tagliavia a portare per primo il doppio cognome, ma lo zio Francesco, figlio di Giovan Vincenzo, dopo il matrimonio, sapientemente organizzato dal padre, con Concessa (o Contessa) d’Aragona; patronimico poi adottato da tutti i discendenti. Argutamente, il Villabianca, riferendosi a Francesco, annota: “Da ciò ebbe origine quel che di lui fu detto che per passar in Aragon tagliò la via”. In ogni caso, anche per ragioni anagrafiche, l’attività di Carlo d’Aragona si dispiegò soprattutto con Filippo II che nel 1561 lo infeuda del ducato di Terranova e nel 1564 del principato di Castelvetrano. Di là dai rapporti tra Carlo V d’Asburgo e i nostri baroni, resta un dato storico insuperabile la totale estraneità di Castelvetrano rispetto all’itinerario che Carlo V, di ritorno da Tunisi, nel 1535, compì da Trapani a Palermo e da qui a Messina. Giova ricordare che nel 1535 Carlo d’Aragona poteva avere al massimo 15 anni, o, se si accettano altre accreditate ipotesi, addirittura 13!
Sorprendente (ma non troppo) la conversione culturale del dottore Stuppia! Nel 2000, in consiglio comunale, definì sprezzantemente Carlo d’Aragona “feudatario spagnolo”, ora cavalca l’improbabile itinerario di Carlo V, re di Spagna.
Nel confermare le esatte osservazioni fatte dal professore Calcara, possiamo anche aggiungere che il papà di Carlo, Giovanni, oltre ad avere sposato una Aragona (Concessa), aveva già acquisito quel cognome perché il padre Giovan Vincenzo (quindi nonno di Carlo), a sua volta aveva sposato un’Aragona (Beatrice). A conferma di quanto detto lo si può anche verificare leggendo l’epigrafe di Ferdinando (zio di Carlo) sul sarcofago con guerriero giacente in San Domenico. Posso capire che gli errori storici possono capitare; ma mi sembra che da un po’ di tempo a questa parte siano diventati troppo frequenti.
Detto questo, vorrei poi capire a che cosa serve inserire Castelvetrano in quello Itinerario, o presentare filmati e articoli su San Domenico quando in realtà a volte non si riesce neppure a garantire l’apertura della chiesa come è già successo in questi giorni?. Dite che manca il personale. Se mi consultate ve lo suggerisco io dove prendere il personale.